Villa Genero nasce dall'unione di due
«vigne»: vigna Colla e vigna Baldissero, la prima acquistata da Felice Genero
nel 1858 e la seconda dalla moglie del medesimo nel 1888. La vigna Baldissero
sita nel luogo dell'attuale piazzale all'atto dell'acquisto comprendeva: una
villa, un rustico, una cappella, prati, orti, giardini, viali alberati. La
vigna Colla, dove ora è sistemata la scuola materna, comprendeva un civile, due
case rurali (una si è conservata) serre, giardini prati e il padiglione. Nel
1898 il complesso fu eretto ad ente Morale con il nome «Ginnasio Genero». Nel
1923 fu ampliato il civile e nel 1933 il parco divenne pubblico.
La STAMPA 21 Gennaio 1932
Il parco di Villa
Genero come già abbiamo avuto occasione
di rilevare più di una volta, per cura della nostra Civica Amministrazione sono in corso di
esecuzione alcuni importantissimi parchi pubblici che occupano complessivamente
una zona imponente. Quello vastissimo della Pellerina, quello pure grandioso di
Borgo San Paolo, e quello più degli altri caratteristico per essere in area
collinare di Villa Genero, sono i maggiori. Queste nuove oasi di verde di svago
e di respiro, non a torto chiamate i polmoni delle grandi città, rispondono ad
un preciso e lodevolissimo programma del Podestà, conte Thaon di Revel,
programma che l'Ufficio tecnico municipale diretto dall'ing. Orlandini va man
mano realizzando con criteri di modernità é di larghezza. Dei tre parchi
menzionati vogliamo foggi illustrare, per quanto brevemente, quello di villa
Genero, il quale sarà n primo ad essere ultimato e inaugurato.
La campagna dei poveri
Anni addietro la vedova Genero
tacciava in eredità al nostro Comune la propria magnifica villa, situata al n.
139 della strada di Santa Margherita, perchè fosse fatta sede dl un Ginnasio
Ricreativo. Cosi nella villa trovava posto una scuola, tuttora in funzione,
riservata agli scolari di malferma salute, ivi fatti segno a cure speciali, con
particolari metodi di insegnamento. Ma la scuola non occupa che uno solo dei
quattro edifici della Villa, e non sfrutta che una parte dell'amplissimo parco
circondante la villa stessa, il quale in tal modo andava cadendo in abbandono.
Allora è intervenuta la Podesteria, la quale ha deciso di fare, della parte non
utilizzata, un parco pubblico. E' stata veramente una magnifica idea. Il parco
della villa misura complessivamente sui 60 mila metri quadrati di superfìcie, e
siccome circa 20 mila di essi rimangono assegnati al Ginnasio Ricreativo, ne
risulta che il parco pubblico consterà dl circa 40 mila metri quadrati. Si
tratta dunque, all'ingrosso dell'ottava parte del Valentino; il che non è
piccola cosa, se si considera che siamo in zona collinare. L'area della villa
confina con quella della Villa della Regina, che ospita, il panorama magnifico
più sopra descritto. In alcuni punti la vista dell'osservatore è limitata ai lati
da gruppi di piante, che sapientemente si innalzano sullo sfondo del cielo come
quinte a teatro, con un effetto decorativo irresistibile. Questo parco ha
dunque, sugli altri in effettuazione, una grande prerogativa, un alto merito:
quello dl essere già fatto, e di non necessitare che di ritocchi. Vi lavora,
infatti, una squadra di operai giardinieri, sotto la direzione del geom.
Bortolotti, ma essa è chiamata, in fondo, ad un lavoro di pulizia e di riordino,
per rimettere all'onor del mondo quello che era stato sin qui trascurato.
Maggior lavoro e fatica richiederà, accanto alla costruzione delle strade, la
parte edilizia, che riguarda i quattro edifici di cui la villa consta.
L'edificio posto più in basso e più vicino all'ingresso è quello ove ha sede la
scuola. Perché meglio risponda allo scopo, esso verrà radicalmente riattato e
risanato. Una casetta rustica che gli sorge accanto sarà pure restaurata e
servirà di abitazione ai custodi. Il secondo edificio, che occupa una posizione
centrale e che presenta cattive condizioni di stabilità, verrà totalmente
abbattuto, e in suo luogo si aprirà il piazzale-belvedere cui accederà direttamente
il braccio della strada principale, al quale abbiamo già accennato. Il terzo edificio,
posto superiormente, è una casa colonica che guarda direttamente sulla strada di
Santa Margherita, e verrà pure radicalmente trasformato. Esso sarà adattato a
pubblico esercizio di tipo rustico, ad esempio a «buffet» e latteria insieme, e
sarà certamente di grande conforto per i visitatori assetati ed anche per
quelli affamati che non mancheranno certamente. Il quarto edificio, detto «fortino»,
è quello che sorge più in alto, ed è una caratteristica ed elegante costruzione
ad un solo piano, con civettuole salette a veranda. Anch'esso verrà restaurato
e servirà probabilmente a ricevimenti ad altre cerimonie del genere che
eventualmente dovessero aver luogo. In vicinanza del fortino il terreno, mentre
da un lato guarda, per mezzo di uno spalto, verso Superga, dall’altro scende in
dolce declivio verso la strada ed è stato finora coltivato a vite. E’ qui, dove
è ora la vigna che sarà creato del nuovo, al quale concorreranno insieme e
sterratori e giardinieri. Si tratta infatti di ricavare quello che possiamo
chiamare l’angolo dei bimbi, con un viale che vi salga dal basso e precisamente
dal buffet-latteria con sentieri, spiazzi e prati che si prestino
particolarmente ai giochi dei ragazzi. E così il parco, piccolo ma delizioso,
sarà anche completo.
La strada di accesso
Intanto i lavori procedono alacremente
sotto la direzione dell'Ingegnere
Pachner degli uffici municipali, e più andranno speditamente con la buona
stagione. L'ingresso principale della villa Genero, che sarà anche l'ingresso
del parco pubblico, è, come abbiamo detto, al n. 139, cioè a circa 15-20 minuti
di strada, fatta comodamente a piedi, dalla fermata del tram n. 20. Il parco,
adunque, sarà facilmente accessibile; già fuori città, cosi da dare
l'impressione dì essere aperta e completa campagna, eppure ancora in città, per
cosi dire a portata di mano. Una breve passeggiata dopo una corsa in tram, e il
torinese, d'estate, si toglierà all'afa ed alla canicola, per sprofondare
nell'ombra e nella frescura. Intenzione della civica amministrazione è appunto
questa: di creare, per l'estate, la « campagna » di coloro che rimangono in
città; dei poveri, in particolar modo, i quali potranno senza spesa alcuna,
godere almeno per parte della giornata, degli stessi vantaggi che molta gente
va cercando nelle nostre vallate, quelli della cosiddetta mezza montagna.. Il
luogo infatti oltre ad essere incantevolmente ameno, è felicemente situato, ed
offre ventilazione e fresco anche in piena estate. Le risorse che vi si
aggiungono con la sistemazione a parco lo faranno addirittura privilegiato.
Grandioso panorama
Questo parco costituirà poi una
magnifica riposante sosta per chi voglia recarsi all'Eremo o al Parco della Rimembranza
o, come più frequentemente usano i torinesi, a Santa Margherita. E ciò vale
tanto per chi va a piedi quanto per chi si vale di automobile o carrozza
giacché anche i veicoli potranno entrare nel parco. E qui all’occorrenza si
potranno specie di domenica, consumare all’ombra di piante secolari, liete e
confortevoli merende… L’ingresso del parco, come si è detto, si aprirà ove ora
è l’ingresso alla villa in strada di Santa Margherita. Quivi il passante può
assistere già ora alla costruzione della strada da parte di una squadra di
sterratori che sono all’opera da qualche tempo. Rettificato il confine fra le
due proprietà di villa Genero e Villa della regina, la strada seguirà la nuova
linea di demarcazione per circa 300 metri. Essa sarà larga metri 10,30 e sulla
sinistra, cioè verso valle, lungo i terreni della villa delta Regina, sarà
fiancheggiata da una cancellata in ferro, che darà alla strada stessa visuale e
respiro. In capo ai suoi 300 metri la strada piegherà a destra ad angolo acuto,
per inoltrarsi nel parco, e salendo dolcemente si porterà al centro di questo,
su un piazzale dl discreta ampiezza e di magnifica positura, situato sopra una
specie di sperone donde lo sguardo potrà spaziare liberamente all'ingiro. Sarà
un terrazzo belvedere da cui si potrà godere lo splendido spettacolo della
città, della collina — Superga da una parte e il Parco della Maddalena
dall'altra — e delle Alpi lontane. A questo piazzale centrale fa capo un
completo sistema di viali e di sentieri, il quale non occorre sia creato,
perchè già esiste, ed è quanto di meglio si possa desiderare. Il parco di villa
Genero, infatti, creato sul principio del secolo scorso — in un'epoca, cioè, in
cui l'arte del giardinaggio era floridissima — rivela In ogni suo particolare
una mano maestra. Ogni caratteristica del terreno è stata abilmente sfruttata,
e non è esagerato dire che viali, belvederi, spiazzali, terrazzi, sono stati
ricavati con genialità e fantasia, col risultato dl una varietà tutta movimento
e leggiadria. Vi sono visuali indovinatissime scorci caratteristici, angoli e
recessi pieni di quiete e poesia. Fontane, statue e obelischi sono stati
distribuiti con abbondanza e buon gusto. La strada che conduce al piazzale terrazzo
sarà ultimata in luglio od in agosto. Mentre si porrà mano ai lavori di
edilizia saranno intensificati quelli di riordino e di pulitura del parco, di
guisa che per il 28 ottobre prossimo si potrà farne l'inaugurazione ufficiale.
Quest'opera avrà però, in un secondo tempo, un complemento, che si riferisce al
tronco di strada dl larghezza m. 10,30, che abbiamo più sopra Illustrato.
Questa strada è destinata ad essere continuata, fino a raggiungere la strada dl
Santa Margherita all'altezza delta villa segnata col n. 162. Sarà cosi un buon
tratto della vecchia strada che viene ad essere sostituito con mobile o
carrozza, giacché anche l’altro più breve e ben più ampio, veicoli potranno
entrare nel parco. E nel punto ove la strada nuova raggiungerà la vecchia è già
stato allestito un grazioso piazzaletto che avrà presto un'aiuola fiorita ed
una fontanella. Il Municipio ha acquistata una casa che sorgeva sul posto, l'ha
abbattuta e ne ha ricavato il sopraddetto slargo, dal quale si gode un panorama
dei più affascinanti. Degno di nota è il fatto che a questo punto, sulla
destra, il vecchio muretto di cinta della villa adiacente è stato sostituito,
per accordi intervenuti col Municipio, da una cancellata in ferro. La cosa è
importante, non solo perchè senza la cancellata il piazzaletto sarebbe
soffocato e perderebbe gran parte del suo valore, ma anche perchè la cancellata
costituisce una primizia, una specie di «avant-gout» di quanto, con l'andar del
tempo, la civica Amministrazione ha in animo di realizzare. Si tratterebbe,
cioè, di sostituire tutti i muretti che fiancheggiano la strada dl Santa
Margherita, sul lato verso valle, con altrettante cancellate in ferro. In tal
modo la strada, che, oltre ad essere stretta, è come soffocata da questi
muretti, acquisterebbe aria, luce e bellezza, dl guisa che il percorrerla
sarebbe veramente gradevole e interessante.
LA STAMPA -- 14
Ottobre 1932
Nella sua marcia per il rinnovamento
cittadino cui il Podestà, conte Thaon di Revel, ha impresso un indirizzo cosi organico e moderno, il piano regolatore doveva
trovare lungo la zona collinosa una istituzione che, in tema di assistenza ai
bimbi poveri e bisognosi di cure rappresenta una anticipazione di alcuni
decenni sul grandioso e analogo movimento portato al massimo sviluppo dal
Regime Fascista. Vogliamo accennare al Ginnasio ricreativo Genero. La sua
fondazione risale al 1890. Una munifica signora torinese, Giuseppina Gola, vedova di un personaggio alquanto discusso,
appunto il Genero, che aveva occupato importanti cariche all'epoca del
Parlamento Subalpino, ereditiera delle sostanze di costui, donava al Comune le
due ville sulla cui area, di 57.054 metri quadrati complessivi, la istituzione
ha sede, e la faceva con una lettera che si può considerare un nobilissimo
testamento morale. In una città — essa scriveva — nella quale la maggior parte
della popolazione operaia è ancora costretta a vivere in abitazioni disagiate e
poco sane, dove i bambini non hanno aria, luce e calore quanto basti per
soccorrere alla gracilità della loro costituzione e combattere la lunga serie
dei mali che l'imprevidenza o la colpa hanno inoculato nel loro povero sangue,
mi parve opera buona di provvedere a che i più bisognosi, e fra essi i meno robusti e meritevoli, per la loro buona
condotta, di maggiori riguardi, potessero in ogni anno e per turno respirare
per un po' di tempo l'aria salubre della campagna, e ricevere vitto conveniente
e cure sanitarie ed igieniche in modo da rialzare il loro spirito e rafforzare
ad un tempo le forze del corpo». La signora morì nel 1908, ma la sua opera le è
sopravvissuta. Forse più di un torinese, al leggere o all'udire il nome
dell'istituzione, sarà stato tratto in inganno da quell'insegna di «ginnasio»
che nel linguaggio comune sta ad indicare una diversa attività scolastica: ciò
deve anzi aver contribuito a mantenere un fitto velo d'ombra sull'istituzione.
Certo si è che questa, mercé la dotazione patrimoniale largita dalla fondatrice
poteva iniziare nel 1891 la sua opera, accogliendo durante le vacanze estive
cinquanta tra alunni ed alunne delle scuole elementari, numero che ben presto
salì a duecento. Fino al 1915 si formarono ogni anno quattro squadre, due maschili
e due femminili che si alternarono nella villa per un soggiorno di venti giorni
caduna. Durante la guerra, il Ginnasio con l'aiuto del Comune rivolse in modo
speciale le sue cure a vantaggio degli allievi bisognosi, figli di soldati e
portando ad un mese la durata della permanenza delle squadre nella villa
prolungando così di quaranta giorni il suo normale funzionamento. Nel 1918 il
Ginnasio nell’intento di concorrere al sollievo delle numerose famiglie
profughe venute a Torino dalle regioni
invase mise i suoi locali per ospitare in luogo degli alunni torinesi, una
colonia di 75 fanciulli profughi che vi rimasero dal dicembre 1917 a tutto il
marzo del 1919. Ai piccoli coloni oltre all’alloggio e il vitto, veniva
impartita l’istruzione con l’apertura di quattro classi elementari affidate ad
altrettante insegnanti profughe. Terminata la guerra l’istituto tornò alla
primitiva funzione. Successivamente una scuola all’aperto per bambini gracili,
dovuto all’iniziativa del corpo insegnante torinese, raccoglieva una settantina
di alunni. Ma come si è detto la proprietà su cui sorse il Ginnasio, è venuta a
cadere sotto il piano regolatore, che destinandola a parco pubblico, prevede
pure la demolizione dei fabbricati ivi esistenti. La precarietà di questi
pertanto ha sempre trattenuto l’Ente dal procedere sia alla loro manutenzione,
sia il loro adattamento alle moderne esigenze dell’igiene scolastica, tanto che
una parte dei fabbricati era divenuta pressocchè inabitabile e un’altra parte
necessitava di radicali trasformazioni. In conseguenza di ciò anche per l’esiguità del
reddito derivato dalla donazione della Sig.ra Gola, 14mila lire l’anno, ridusse
sempre più la sua attività, fino a sospenderla completamente. Già altra volta
abbiamo informato i nostri lettori, che allo scopo di dotare la città di un
parco pubblico collinare, a breve distanza dall’abitato, ed in considerazione
della necessità di dare la maggiore estensione possibile alle scuole all’aperto
e alle colonie estive, fra l’Amministrazione podestarile e Villa Genero, venne
stipulato un accordo in base al quale il Ginnasio mise a disposizione della
Città affinché fosse sistemato a parco pubblico tutta la parte superiore ed
inferiore della sua proprietà per la superficie di metri quadrati 40mila circa,
conservando la libera disponibilità della parte mediana di circa mq 20 mila: e
a sua volta il Comune si impegnò di provvedere alla sistemazione dei fabbricati
esistenti sulla parte mediana in modo da renderli conformi alle moderne
esigenze e da aumentare la capacità a 105 letti. Possiamo ora aggiungere che le
opere per la sistemazione dei fabbricati
eseguite dal Civico esercizio tecnico dei Lavori Pubblici comprendono: la
sistemazione della cucina, delle docce con relativo spogliatoio e del locale
per la caldaia dell’impianto di riscaldamento nel piano seminterrato che venne
risanato con la costruzione di una opportuna intercapedine: la sistemazione
della cappella, del parlatoio, degli uffici della Direzione e del refettorio
nel piano terreno, pure risanato mediante la costruzione di un cortiletto a
monte dell’edificio; la sistemazione dei dormitori nei due piani soprastanti,
dei quali il secondo costruito interamente a nuovo; ogni piano venne inoltre
dotato di un adeguato numero di latrine e lavabi. Al piano terreno poi venne
annessa una palestra con sovrastante terrazzo. L’importo di tutti questi lavori
ammonta a lire 780.000 circa. Per la sistemazione della zona destinata a parco
pubblico, si provvide innanzi tutto alla costruzione di un’ampia strada di
accesso della larghezza di metri 10,50 formante il primo tronco della nuova
strada per Santa Margherita prevista dal piano regolatore Da questa strada al cui
inizio un’artistica cancellata segna l’ingresso del nuovo parco, ne parte, dopo
oltre 400 metri, un’altra pure carrozzabile, larga metri 5 e lunga circa 270
metri che conduce al belvedere dal quale la città appare in una visione
superba. Il piazzale, di oltre 1000 metri quadri di superficie, serve da punto
di partenza a un magnifico viale rettilineo, lungo circa 300 metri, ombreggiato
da ippocastani. Un’altra strada conduce poi al piazzale superiore ove trovasi
un grazioso chalet chiamato il Fortino. Numerosi viali pedonali, collegati fra
loro da vari stradini e scalette bordate con scogliere di roccia tufacea, per
uno sviluppo totale di circa 1500 metri, completano la rete stradale del parco,
contornando vaste zone ombrose formate da belle conifere. Tutti i movimenti di
terra relativi ai lavori dei viali, piazzali e strade interne del parco, nonché
il pianta mento di siepi e allei, venne eseguito in economia a mezzo di
manodopera non qualificata assunta per alleviare la disoccupazione. L’importo
dei lavori ascende a circa mezzo milione di lire ed in essi hanno trovato
lavoro continuativo un centinaio di operai. Non v’ha dubbio che così sistemata
Villa Genero costituirà una delle più incantevoli attrattive della collina
La STAMPA 29 Ottobre 1932 CRONACA CITTADINA: La celebrazione de decennale
[…] Mentre la banda suona gioiosamente «Giovinezza» e la Marcia Reale,
gli illustri ospiti, salutati dagli applausi della popolazione, prendono
commiato, dirigendosi velocemente con le automobili, verso la città, per recarsi
alla Villa Genero. Dalla regione Barca il corteo delle automobili rientra in
città e si reca nell'Oltre Po per l'inaugurazione del Parco di Villa Genero e
della restaurata sede del Ginnasio Ricreativo. All'ingresso del parco che, come
è noto, sorge in una magnifica posizione al di sopra della Villa della Regina,
sono disposti gruppi di guardie municipali, il cui compito principale, oltre il
servizio d'onore, consiste nel disciplinare l'afflusso della folla accorsa
numerosa a godersi lo spettacolo che la località offre.
LA STAMPA - 24 Agosto
1934 - CRONACA CITTADINA: Lieta vita nelle Colonie elioterapiche. La visita del
Segretario Federale alle Piccole Italiane nelle sette sedi torinesi
Anche la Colonia elioterapica municipale di Villa Genero è stata
visitata dai Gerarchi. Nel vasto ed ombroso parco dell antica villa che, come e
noto, or è circa un anno che il Comune di Torino ha voluto acquistare per farne
un magnifico parco pubblico e per istituire una colonia, oltre trecento bambini
ogni giorno convergono da tutte le zone della città per
godere i benefici delle cure solari.
La Stampa del novembre 1933 annuncia la prossima installazione di illuminazione
a villa Genero per la primavera successiva
LA STAMPA - 19 Luglio 1933 - CRONACA CITTADINA: Le grandi opere del Regime: Si è sistemato a giardino pubblico la villa Genero e il Ginnasio
Ricreativo annesso.
La Stampa 25 luglio 1936
La STAMPA - Martedì 30 Marzo 1937 - CRONACA
CITTADINA: Settantamila torinesi alla "Pasquetta dei Lavoratori"
Di una simpatica iniziativa si è
fatta promotrice, quest'anno, come già l'anno scorso, la Federazione dei Fasci,
organizzando la Pasquetta dei Lavoratori. Il Partito vuole e sa essere vicino
al popolo, viverne la stessa vita e affiancarne le tradizioni, suscitandone la
vitalità e creando attorno ad esse iniziative atte a potenziarle. E il popolo,
che ha squisita sensibilità e cuore aperto partecipa in numero stragrande. Dai
più lontani rioni la folla è accorsa a Villa
Genero, ove il Partito invitava il popolo alla prima grande festa
all'aperto dell'anno. Nel magnifico parco pubblico già prima delle 15 la folla era
stragrande. Un fitto andirivieni peri viali e per i sentieri e presso la
palazzina una marea di gente. Nel prato retrostante già si stendevano le prime
candide tovaglie sul verde e a poco a poco le brigate si facevano così numerose
da non lasciar più un posto libero. Organizzazione perfetta, servizio d'ordine
inappuntabile. Sullo rotonda, presso la palazzina, molte coppie ballavano e
giù, vicino alla ex-cascina, era stato predisposto il tradizionale ballo a
palchetto, di carattere paesano, ove giovanotti e ragazze facevano i quattro
salti. Valserini e mazurchette, musica rurale e allegra. I numerosi banchi per
la vendita di vino e vettovaglie {salame, cibo classico della merenda; anche
piatti caldi, però, e ben serviti, saporitissimi) hanno fatto ottimi affari.
Alle 16 la festa era nel suo pieno e la folla, già numerosissima, andava sempre
aumentando. La doppia fila di gente, si snodava senza soluzione di continuità,
dalla Gran Madre di Dio, per la strada in salita, fino a Villa Genero. Poco dopo le 16 sono giunti sul posto il
Federale e il Podestà. Piero Gazzotti, animatore della riuscita iniziativa, fu
accolto, nel suo giro per i viali, da vive e cordiali manifestazioni di
simpatia. Federale e
Podestà visitarono ogni angolo del parco e non mancarono di fare quattro salti
anche loro sul ballo pubblico. Poi presso la cascina, fra la gente che
merendava, sdegnando un tavolo imbandito sulle spiazzo della palazzina,
sedettero e consumarono uno spuntino. La folla andava sempre aumentando. Più di
settantamila persone sono forse passate ieri nei viali di Villa Genero. Numero enorme che prova la riuscita di questa
simpatica manifestazione. Anche la lotteria... Dagli altoparlanti installati
nei diversi angoli del parco un annunciatore dava i risultati dell'estrazione
di una lotteria fra i presenti….
Nel novembre del ’42
i mille letti del tubercolosario suburbano di San Luigi in Regione Tre Tetti
vengono evacuati per via dei bombardamenti e trasferiti a villa Genero
dove però sono disponibili solo poco più che 80 letti. Nel novembre del ’44 il
Prof Giulio Malan Primario del San Luigi lamenta questa situazione di carenza
che rischia di vanificare i successi ottenuti anni prima nella cura della
malattia.
Villa Genero nel ’42 si trasforma in terreno utilizzato per
la coltivazione autarchica del grano
LA STAMPA - Venerdì 26 Giugno 1942 - A GIORNI, IN PIAZZA CASTELLO La
trebbiatura del grano raccolto nei "Campi di guerra". I covoni
davanti a Palazzo Madama
Col Podestà fra'i mietitori - 800 quintali di
frumento, 1200 di paglia e 4000 di prodotti vari Verso i primi di luglio, cioè
fra alcuni giorni, piazza Castello che ha assistito nei secoli a tanti
spettacoli diversi, dai tornei di Corte alle parate militari alle sfilate religiose
all'accalcarsi del popolo nei lieti è tristi eventi della Patria, alle grandi
adunate del Regime, ne vedrà uno di carattere assolutamente nuovo e insolito:
la trebbiatura del grano. Si tratta del raccolto proveniente gai parchi, dai
giardini e dalle aiuole municipali, trasformati, dov'era possibile, in campi
coltivi in obbedienza all'incitamento del Duce di utilizzare anche le
particelle minime di terreno per assicurare, il pane alla Nazione e rafforzare
in tutti il proposito della vittoria. Spettacolo pertanto non solo pittoresco,
ma di profondo significato morale, attestatore di una ferrea volontà che nulla
varrà a scuotere e che anzi i continui successi dell'Asse temprano sempre più.
La mietitura è già cominciata e ieri sono affluiti alla parte della piazza
fronteggiante l'entrata a Palazzo Madama, di rimpetto a via Garibaldi, i primi
carri cari chi di covoni, che saranno di ma no in mano disposti in alte cataste
in attesa delle operazioni al cui inizio assisteranno'' tutte le Autorità,
insieme a un largo concorso — è facile prevederlo — della cittadinanza. Con la
consueta cortesia il Podestà, comm. Matteo Bonino, ha voluto farci assistere
ieri stesso, nella vasta distesa del Parco della Pellerina, al taglio del grano
compiuto dalla macchina trainata autarchicamente da due poderosi cavalli, e
siamo rimasti colpiti dalla bellezza delle spighe dorate e gonfie, ottenute
nonostante il terreno di riporto su un fondo di discarica. Il camerata Bonino ,
che con tanta passione ha presieduto a tutte le fasi della utilizzazione dei
campi e degli orti di guerra della nostra città, può veramente essere
soddisfatto della proficua opera sua. Il raccolto granario assomma ad oltre 800
quintali con 1200 quintali di paglia, ricavati per una superficie globale di
circa 3O ettari, equivalenti a trecentomila metri quadri, oltreché della
Pellerina, dai parchi del Valentino, di San Paolo, San Severino e di Villa Genero, nonché da altri
appezzamenti minori, compreso lo Stadio Mussolini. Ma oltre il grano, il
Podestà ha curato il più intenso sfruttamento delle aree municipali pubbliche
con la semina di altri prodotti, quali le patate, i semi di girasole, il
granturco, le zucche, la segala l'avena, il fieno; e mentre il raccolto delle
patate si presenta pur esso promettente, si attende il raccolto di 1500
quintali dì cavoli che troveranno posto nei campi di grano a mietitura
compiuta. Il complesso delle coltivazioni varie della presente annata agricola
raggiungerà i 4000 quintali. Per i lavori non si è dovuto ricorrere a mano d'opera
speciale, giacché sono stati e sono tuttora utilizzati i giardinieri del
Comune. Torino ha cosi risposto ancora una volta nel modo più degno
all'incitamento del Duce, mettendosi, pure in questo settore, in prima linea.
4 febbraio 1949: L’Ospedaletto di Villa Genero per fanciulli
tubercolotici viene fondato nel 1948
Martedì 10 -
Mercoledì 11 Maggio 1949 NUOVA STAMPA SERA
I bimbi di Villa Genero alla prima Comunione
Nella chiesetta del Sanatorio di Villa Genero, alla presenza del sindaco
di Torino, dottor Coggiola, delle dame Patronesse e dei parenti è stata
impartita la Prima Comunione a nove piccoli ricoverati: sei bambine e tre
maschietti. Sedici furono i bimbi che si presentarono alla Cresima: nove bimbe
e sette bimbi. Uno di questi, non essendo stato rintracciato il suo atto di
battesimo (si tratta di un orfanello), venne ribattezzato coi nomi che
desiderava. Meglio due volte che nessuna. Nel Sanatorio dì Villa Genero,
piccolo angolo di fraternità sociale in cima alla collina, sono teneramente
curati 87 tra bimbi e bimbe, che l'istituzione benefica si sforza di restituire
integri alla società. E il 99 per cento delle volte ci riesce. In silenzio, ma
col cuore. E' ciò che conta. Come è noto l'ente è retto dalla benemerita
Crociata Antitubercolare di cui è presidente il sindaco, dottor Coggiola. Dalla
Crociata dipende pure il Preventorio di Lucento, dove sono ospitati e
amorevolmente assistiti i bambini figli di tubercolotici. I piccoli ospiti sono
avviati a cura del Consorzio Provinciale di corso Savona e dell'Istituto di
Previdenza Sociale.
23.11.51 I profughi
dell’alluvione nel Polesine vengono alloggiati a Villa Genero in un centinaio
di posti (notizia del 21 novembre 1951)
Villa Genero marzo 2013
Il Fortino sotto la neve
Interno (murato) del Fortino
Uno dei viali di accesso al belvedere