1951: Nasce il quartiere
Giovedì
6 Settembre 1951 LA NUOVA STAMPA
INIZIATIVA DELL'INA CASE PER LA
RICOSTRUZIONE EDILIZIA
Sorge
un "satellite urbano,, nella zona della Falchera
Alloggi
per seimila lavoratori • La concezione sociale del piano
E'
giunto nei giorni scorsi a Torino l'ing. Bongiovanni, alto funzionario
dell'Ina-Casa, per prendere con il Comune gli ultimi accordi su questioni di
dettaglio riguardanti la costruzione del quartiere abitabile della Falchera.
Anche questi problemi sono stati risolti facilmente ed ora il piano sta
passando nella sua fase esecutiva: infatti tra una decina di giorni sarà
indetto l'appalto dei lavori che dovrebbero avere inizio subito dopo.
L'esecuzione delle opere è stata suddivisa in due tempi: nel primo sarà
costruito circa la metà del quartiere; nel secondo tempo verrà ultimato l'altro
lotto di case. La spesa complessiva dei lavori si fa ascendere a due miliardi e
mezzo di lire e la loro durata viene calcolata in quattro anni. La nuova unità
residenziale ospiterà seimila persone. Vari motivi, sociali, pratici e tecnici,
hanno indotto i progettisti del piano a scegliere la soluzione del quartiere
autonomo alla periferia della città anziché quella della disseminazione
nell'area urbana degli edifici destinati agli operai. Il gruppo degli architetti
che ha elaborato il piano Falchera si è
ispirato agli esempi delle città-giardino inglesi, delle greenbelt's
nord-americane, dei quartieri svedesi in cui effettivamente la vita individuale
e di famiglia può svolgersi con minor peso e più libertà che non
nell'agglomerato cittadino; la scelta di aree esterne contribuisce inoltre al
decentramento urbano (e quindi è fondamentalmente sana) e consente la
dislocazione di case per operai in zone industriali. Fra tutti i terreni
disponibili è stato scelto quello della Falcherà perchè di minor costo, e
interessante una zona dove esiste il maggior concentramento di stabilimenti
industriali (Montecatini, Snia, Ferriere, Savigliano, Michelin e moltissime
fabbriche della media e piccola industria). Qui inoltre, vi è una disponibilità
molto elevata di terreno pianeggiante ben delimitata da confini naturali (a est
autostrada, a ovest strada di Leini, a sud cascine e casette, a nord un bosco
di querce e la cascina Gli Stessi. La distanza del satellite urbano da piazza Castello
è di sei chilometri, pari, cioè, a quella di Mirafiori dal centro della città;
tale distanza può essere coperta in trenta minuti con il tram o il filobus.
Trovandosi il villaggio all'incontro dei corsi Vercelli e Giulio Cesare con la
strada statale numero 11 per Settimo-Chivasso, le comunicazioni con Torino
risultano facili; basterà intensificare e modificare le corse degli autobus per
Leini e dei filobus per il villaggio Snia o istituire qualche nuova linea. Ed
ecco come è stato concepito il quartiere. Un sistema di grandi edifici a tre
piani si articolano attorno a grandi spazi verdi. Su questi ampi cortili, non
lastricati, ma trattati a prato con giardini, frutteti, boschetti, si affaccia
la vista degli alloggi. Da questo lato vi sono camere di soggiorno e da letto
per permettere a chi arriva stanco dal lavoro di trarre ristoro dalla
contemplazione della natura; alla madre di vigilare, mentre lavora, i figli che
giocano sul prato; alle famiglie di ritrovarsi dopo cena a scambiare quattro
chiacchiere e a godersi, d'estate, il fresco. Sul lato esterno delle case,
invece, costeggiate dalle strade, sono disposti in prevalenza i servizi e le
scuole. Il satellite che sorgerà alla Falcherà avrà quattro quartieri in ognuno
dei quali vi sarà un asilo-nido: un piccolo fabbricato ad un piano, costruito
in mezzo al verde in cui le madri che vanno a lavorare lasceranno i loro
bambini. Particolare importante: le grandi distanze fra le case e gli alberi di
alto fusto piantati nelle corti impediscono agli inquilini che stanno di fronte
di vedere nei rispettivi alloggi e attutiscono i rumori. Da questa sommaria
descrizione risulta chiaro che il piano è stato concepito per una classe di
lavoratori specializzati, che del proprio appartamento sono irriducibilmente
gelosi significando, questo, la famiglia ed esaltando la propria individualità.
Nel complesso il centro residenziale della Falcherà è un vero e proprio nucleo
urbano; infatti ha un centro amministrativo assistenziale (uffici postale, di
polizia, bancario, delle assicurazioni e ambulatori), un centro commerciale
(negozi, botteghe di artigiani, uffici di professionisti), un centro religioso
(chiesa parrocchiale), un centro sociale (cinema, sala di lettura e per
riunioni, biblioteca), un centro culturale che comprende le scuole elementari,
e una zona sportiva. Il progetto è degli architetti Astengo, Molli Beffa,
Passanti, Renacco i quali hanno avuto validi appoggi per la sua realizzazione
dall'ing. Guata (presidente del comitato di attuazione dell'Ina-Case), dall'ing.
Torretta, funzionario dell'Amministrazione Provinciale, dall'assessore del
Comune ing. Reviglio e dal Municipio che provvede alla costruzione delle strade
principali, dei servizi igienici collettivi, dell'impianto di illuminazione
pubblica e delle scuole elementari.
Mercoledì
3 - Giovedì 4 Dicembre 1952 STAMPA SERA
LE NORME DI COSTRUZIONE FISSATE DAI
TECNICI DEL COMUNE
Edifici
ad U sorgono alla Falchera. Sarà un quartiere alla periferia della città
In
una sala del palazzo municipale sono esposti al pubblico, oltre ai piani per la
ricostruzione del centro cittadino e la creazione di un poderoso complesso di
edifici, nella zona di Mirafiori, anche i piani del nuovo quartiere in regione
Falchera, che l'INA-Case intende realizzare. Il progetto comprende pure la
relativa ampia zona di protezione e di vincolo necessaria per l'isolamento del
nuovo quartiere e la sua conservazione secondo il piano previsto. Il centro
della Falchera è concepito secondo i più
moderni concetti urbanistici. Le costruzioni saranno esclusivamente del tipo
aperto, cioè a forma di U largamente svasato. Ogni gruppo di edifici di utilità
pubblica o di uso collettivo, la chiesa, la scuola, gli asili infantili,
costituirà una soluzione organica ed unitaria, sia come massa che come linee
architettoniche le aree racchiuse, per ciascun gruppo di. fabbricati, saranno
destinate all'uso collettivo degli abitanti, per costituire distinte zone di
circolazione, assegnate rispettivamente ai bambini fino ai sei anni ed ai
ragazzi delle scuole elementari e di avviamento, ed a zone di riposo per gli
adulti. Le aree perimetrali al quartiere sono invece destinate ad uso agricolo
e sottratte all'uso collettivo degli abitanti del nuovo quartiere. La zona a
sud, dove esistono alcune strade private la cui apertura è stata a suo tempo
riconosciuta con regolare atto della Città, è destinata a zona residenziale
estensiva per ville con giardino o case dell'altezza massima di tre piani fuori
terra (11 metri), con sfruttamento limitato ad un quarto dell'area totale di
ogni singola proprietà. Tuttavia le strade private relative a questa zona
conservano il loro carattere privato. Nelle aree vincolate a verde agricolo od
a bosco privato, zone che costituiscono un'estesa fascia tutt'attorno al nuovo
quartiere della Falchera Ina-Case, non è consentita la costruzione di qualsiasi
tipo di fabbricato, ad eccezione dell'ampliamento degli edifici rurali
esistenti e della costruzione di quelli nuovi nello stesso tipo, di cui fosse
dimostrata la necessità per esclusivo uso agricolo. Per tutta la superficie
corrispondente ai limiti del quartiere non è consentita la costruzione di
industrie di qualsiasi tipo, e sono ammessi soltanto laboratori artigiani. Alla
Falchera, su un'area di 322.976 metri quadrati, com'è noto, sta sorgendo un
grandioso complesso di edifici destinati a diventare un popoloso sobborgo della
città. Il progetto preparato dagli architetti Astengo, Molli-Boffa, Passanti,
Renacco, Rizzotti, Beker, Romano e Sotsass prevede la costruzione di una quindicina
di edifici a tre piani per un complesso di 5665 vani e 1446 alloggi dove
troveranno posto circa 6 mila persone. Oltre alle case d'abitazione, saranno
costruiti altri edifici destinati a soddisfare tutte le esigenze della piccola
comunità: una chiesa parrocchiale, quattro asili nido, una scuola elementare,
una scuola di avviamento professionale, un centro culturale, un cinematografo
coperto e uno all'aperto, un centro sanitario, un edificio per la Banca, la
posta, il telegrafo, il telefono ecc., un ristorante con alloggio, due caffè,
quattro trattorie, una stazione per autobus, un mercato coperto, 18 negozi di
quartiere, 45 negozi centrali, 20 laboratori artigiani di quartiere con
alloggio, 8 laboratori artigiani al centro con alloggio, 4 autorimesse di
quartiere, una autorimessa centrale e infine una casa a nove piani per
negozianti e professionisti.
Immagine tratta da: http://www.audario.it/Jalbum/Immagini%20di%20un%20Racconto,%20Falchera/album/slides/1TMax400_1_15.html