Il ventennio ha prodotto una serie infinita di autocelebrazioni. I giornalisti allineati col regime non perdevano occasione di sottolineare il costante valore educativo della cultura fascista sull'animo popolare. L'esempio che segue lo dimostra. In particolare troviamo qui un' involontaria comicità, frutto di sublime patriottismo, capelli bruciati e pettinatrici diffamate.
LA STAMPA DELLA SERA - Martedì 8
Gennaio 1936 - Anno XIII
Recede dalla querela perchè l'imputata
è orfana di guerra
Un significativo episodio,
chiaramente indicativo come il Fascismo abbia elevato nel popolo il sentimento
di riconoscenza per i Caduti in guerra e abbia veramente valorizzato il
sacrificio del nostri soldati caduti sui campi di battaglia, è avvenuto
nell'aula della V° Sezione del nostro Tribunale. Doveva discutersi una
interessante causa di diffamazione provocata dalla querela di certa V.S. di 30
anni, pettinatrice a Bruzolo di Susa, contro la ragazza E.A. di 23 anni, pure
residente a Bruzolo di Susa. La S. si era querelata perchè la A., nell'estate
scorsa le avrebbe attribuito il fatto specifico di non essere esperta nella sua
arte, ma di essere solita a bruciare le chiome delle clienti, senza usare
differenza di trattamento nè per le capigliature bionde nè per quelle brune, nè
per quelle naturali, nè per quelle ossigenate e senza usare riguardo neppure
alla condizione delle clienti e cioè sia che fossero residenti nel paese sia
che fossero villeggianti. La voce messa in giro dall'A., la quale si sarebbe
con varie persone lagnata, secondo quanto espose la S. nella sua querela, che
costei le aveva bruciato i capelli, dissuadendo le sue interlocutrici ad
affidare le loro teste alla sua concorrente, si sarebbe così diffusa che
avrebbe prodotto gravi danni economici alla S. e conseguente... maggior
incremento di lavoro ad altre pettinatrici della zona, si che l'interessata,
per porre... argine alla voce diffamatoria, dovette disturbare la Giustizia e
cioè far promuovere dal Procuratore del Re di Torino, procedura penale contro
l'A. per diffamazione. L'istruttoria, complessa, era stata, nei suoi
accertamenti, favorevole alla querelante tanto che si era chiusa, come si è
detto, col rinvio a giudizio dell'A. davanti al nostro Tribunale. E l'A.
comparve dinanzi ai giudici della V Sezione in veste di imputata per rispondere dell'accusa, di cui si era sempre
protestata innocente, difesa dall'avv. Baravalle e confortata dalla presenza di
varie testi a difesa: la parte lesa era pure animata dalle migliori intenzioni
di contendere, poiché era venuta a Torino dal suo paesino con varie testimoni
(evidentemente tutte clienti che non avevano avuto le chiome bruciate: ed era
pure essa assistita, per costituzione di parte civile, da un patrono, dall'avv.
De Marchi. La causa, quindi, si profilava vivace nella discussione: senonchè
all'inizio del dibattimento l'intervento autorevole del Presidente e del P.M. e
la collaborazione conciliativa dei due patroni, valsero ad indurre le due donne
(che da tempo non si rivolgevano la parola) a venire ad un colloquio
chiarificatore. Ma se già poteva ritenersi di aver raggiunto molto, ottenendo
di porre le due rivali l'una di fronte all'altra e discorrere, senza che si
accapigliassero, i presenti si proponevano di ottenere qualcosa di più e cioè
un vero disarmo tra le due parti in lizza. Ed alla auspicata pacificazione
completa si addivenne perchè quando la querelante apprese, dai documenti che
aveva esibito la difesa, che la giovane imputata era un'orfana di guerra,
dichiarò con simpatica sincerità, che non intendeva richiedere la condanna di
una ragazza il cui padre era morto per la Patria. E poiché l'imputata dichiarò,
a sua volta, alla pettinatrice che era spiacente di averle recato dispiaceri e
danni, la pacificazione tra le due donne avvenne completa: la S. recedette
dalla querela ed il Tribunale pronunziò l'estinzione del reato per remissione
di querela. Il simpatico episodio, provocato da un sentimento di deferente
simpatia per un'orfana di guerra, fu piacevolmente commentato dal numeroso
pubblico che gremiva l'aula e che se ne andò senza manifestare disappunto per
la... insoddisfatta curiosità per il processo mancato, edificato invece dal
commovente episodio di così evidente significazione morale.