Il volume era corposo di più di 100 pagine, suddiviso in sezioni
L'ossessione del fascismo per incrementare la natalità che nel trentennio del '900 aveva subito un preoccupante calo, viene qui esaltata al massimo grado. Anche le numerose inserzioni pubblicitarie contenute nel volume sono un chiaro invito demografico...
Il libro cartonato rosso che reca la scritta OMAGGIO AGLI SPOSI è usato come un semplice diario senza date, con vari pensieri e ricordi della vita trascorsa assieme. Non segue i capitoli stampati se non nella compilazione delle ricorrenze più importanti fidanzamento e matrimonio. Nelle numerosissime pagine dedicate a "I NOSTRI FIGLI" Rosa scrive i suoi piccoli ricordi, quasi sempre rievocazione di tempi felici della vita in comune. Il tutto sembra essere stato composto negli ultimi anni di vita, una specie di riassunto a posteriori. Rosa non ha avuto una vita felice prima dell'incontro con Evaristo. Scrive: "tutte le tristezze che la vita mi ha dato tu caro Evaristo con la tua dolcezza e bontà hai saputo rendermi felice". Certo periodare di alcuni passi sembra indicare una istruzione di Rosa medio bassa. Altre frasi suggeriscono che Rosa aveva un lavoro che la impegnava fino a sera. Evaristo le raccomandava spesso di riposarsi perchè "domani sarà un altro giorno di lavoro". Forse la differenza di età ha contribuito a far sì che il matrimonio fu sterile. Questo nonostante la pressione ideologica non certo leggera che il fascismo esercitò nel campo della demografia: Rosa ed Evaristo vissero gran parte della loro vita coniugale sotto la dittatura fascista. Non c'è traccia nelle pagine di grandi avvenimenti dolorosi. Molte estati li videro in villeggiatura alle porte di Torino, C'è al proposito una sintesi delle vacanze. Dal 1930 per 5 anni passano le ferie nel Canavese in una frazione di Corio: lunghe passeggiate in montagna alla ricerca di ciclamini o funghi, entrambi felici e spensierati. Lui è un buon camminatore e anche quando Rosa sale a fatica su per una mulattiera lui riesce sempre a trovare una parola di incoraggiamento. Dal 1940 al '45 le vacanze le trascorrono a Coassolo. Nel settembre 1954 i coniugi fanno il loro ultimo viaggio, in autunno, a Roma e Napoli. Un anno più tardi Evaristo muore.
Nel autunno del 1958 Rosa confessa alle pagine di questo che è divenuto un diario per pensieri sparsi, la sua solitudine. Evaristo era il centro della sua vita con i suoi consigli e con la sua sola presenza. E' triste, Rosa, confessa che solo nella preghiera trova la forza di continuare a vivere.
E' questa l'ultima traccia scritta lasciata da Rosa. Evaristo è ormai morto da 5 anni, il ricordo di lui sempre vivo nei giorni.
Ho cercato a lungo nel web tracce del loro passato terreno, senza successo. Rosa nè tantomeno Evaristo risultano sepolti a Torino. La moglie di uno dei due testimoni di nozze muore nel 1965 ma neanche di lei esiste traccia se non nel necrologio. Ho omesso i cognomi, nonostante siano passati molti anni dalle vicende dei nostri due per rispetto della privacy.