venerdì 25 agosto 2017

Umberto I Il re "buono"

Leggendo l'esemplare biografia di Umberto I di Ugoberto Alfassio Grimaldi (Feltrinelli 1971, IV ed.) a pag. 198, nelle note, è riportato uno stralcio di un'altra biografia, meno nota questa, di Paolo Valera uscita nel 1920.  Interessante è leggere come il re degli italiani, noto per sua insaziabile fame di donne, reclutasse le sue vittime (?). Il punto interrogativo è d'obbligo in quanto pare di capire che non ci fosse una vera e propria coercizione ma che molto contasse lo spessore della busta che suggellava la prestazione amorosa. Ma leggiamo:
"Umberto non era un taccagno, I capricci d'alcova li pagava con una busta chiusa che consegnava lui stesso all'avventizia con i ringraziamenti . Le avventizie non venivano accettate che precedute dalla fotografia. Una volta accettate il sovrano mandava la carrozza chiusa a prenderle. Ho assistito a questa volgarità reale due o tre volte. Di solito il domestico soleva premere il bottone al di lei uscio quando si stava per andare a pranzo.."
Valera avvicinò una di queste ragazze:
"La prima volta le ha dato seimila lire. Me le sono guadagnate mi ha detto l'avventizia. Tu non puoi immaginare il tempo che si sciupa prima di giungere a lui. Ti si chiude in un salotto dove è un grande album pieno di fotografie di donne godute. E' tutta una esposizione femminile. Questo fatto senza importanza mi ha così disgustata che sarei scappata via, mi diceva l'avventizia reale. C'era tutto il marciapiede nazionale e internazionale. Alcune le avevo conosciute. Tra quelle fotografie ho trovato mia sorella..."
Ecco. Uno spaccato dell'Italia di fine '800 a guida monarchica. Ma le pieghe della storia sono generose e celano molto delle umane debolezze di una stirpe destinata ad una fine ingloriosa. Il baffuto martire dei savoia che di lì a poco cadrà sotto i colpi del Bresci a Monza, rimarrà nei libri e nelle  nostalgiche tronfie celebrazioni il Re Buono. La memoria di un popolo è corta se, finita la seconda guerra  mondiale, quella stessa monarchia che aveva dato all'Italia infinite sciagure e esempi umani di bassezza infinita solo per pochi voti non continuò a reggere le sorti del nostro disgraziato paese.

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