sabato 12 settembre 2020

Valle Maira


 Terzo soggiorno, nello spazio di un mese, in valle. Si perde invece nel lontano passato della mia giovinezza il ricordo della mia prima volta qui. Era la fine degli anni '60, per due estati fui ospite di Riccardo, compagno di liceo, la cui famiglia originaria di Acceglio passava le vacanze estive nell’austero caseggiato in centro paese che per anni fu adibito a caserma. Tanti alloggi, molti vuoti, scale a non finire, stanze sempre in penombra, popolate di mobili massicci e di una infinità di oggetti, giornali, soprammobili, sedie tavolini e canterani con ante di vetro che celavano a loro volta una miriade di suppellettili. Le vacanze in paese erano stanziali in massimo grado. Nessuna escursione, qualche passeggiata nei dintorni, lunghi pomeriggi nel caffè dell’hotel a giocare a calcetto, a pensare al vero motivo della mia venuta, che immancabilmente era la partecipazione ad un torneo di pallavolo da organizzarsi fra squadre del paese. Erano gli anni della mia militanza pallavolistica col CUS Torino, anni ancora molto amatoriali che in capo a qualche anno avrebbero portato la pallavolo torinese ai massimi livelli nazionali: ma lì ero già andato in un’altra squadra in quanto gli studi di medicina non erano compatibili con il nascente agonismo. E poi lo ammetto, forse non ero quel bravo giocatore che pensavo: l’altezza c’era ma difettavo della potenza e coordinazione necessari per emergere. Il torneo alla fine non si svolgeva. Mancavano i giocatori. Nell’ultima estate passammo una notte a guardare il cielo stellato della notte di San Lorenzo e a parlare di un futuro ancora vago. Poi finì il liceo, cambiarono le abitudini e della Valle Maira restò il ricordo sbiadito di tanta noia e di tornei mancati. Fino a questo 2020 in cui, complice la pandemia, si è ridimensionato il programma di vacanze. La sorpresa di trovare una valle ancora viva, con offerte di alloggiamento di qualità, è  stata una sorpresa. Risalendo la valle si incontrano tanti paesi, qualcuno minuscolo altri più strutturati. In ognuno si coglie il segno di una qualche residua attività. È vero, molte case sembrano in disuso, molte insegne scolorite dagli anni recano la memoria di operosità finita da tempo. Albergo Impero. Residence Ciarbonet. Non è una valle a buon prezzo. Le locande in alta valle hanno mediamente prezzi superiori a quelli dell’Alto Adige. In compenso offrono servizi di ristorazione e alberghieri molto simili. Esiste una certa cura, ho notato, nel cercare una clientela attenta ed esigente. Soggiornando qui, ho più volte pensato alla filosofia della Riviera Ligure quasi sempre impegnata in un mordi e fuggi davvero peregrino. Nessuna fidelizzazione. Prezzi alti, bassissima qualità. Anni fa a Noli ho cercato invano di affittare un bilocale che non avesse mobili e suppellettili della nonna in perfetto stile anni 50/60.  Ho in breve lasciato perdere, perché l’offerta era davvero deprimente. Alloggi presentati  con ancora i “segni” del soggiorno dell’affittuario precedente, suppellettili sfinite dagli anni, cassetti  odorosi di antiche abitudini.

Ma torniamo alla Val maira. Soggiornare nella parte alta, dopo Acceglio per intenderci, dà l’opportunità di essere di mattino presto sui sentieri senza faticose levatacce. Perché per chi abita a Torino come me, è quasi d’obbligo pernottare almeno una notte in valle. Troppi i più di 300 chilometri da percorrere in un solo giorno. In tre dei miei soggiorni ho perlustrato tutti i luoghi che fossero alla mia portata ovvero non più di mille metri di dislivello, massimo 5/6 ore di cammino e assenza di tratti troppo esposti nè tantomeno vie ferrate. Il percorso di Frascati, i laghi Visaisa e Apzoi, oltre al lago Nero. Il giro della Rocca Provenzale. Il lungo vallone di Maurin  e la avventurosa strada in disuso per Elva sono solo alcuni dei bei itinerari effettuati nei mesi di agosto e settembre 2020. Rimane, leggo, ancora molto da approfondire soprattutto sul versante storico della valle. Le sue tradizioni, gli acciugai per esempio di Macra, le numerose chiese con affreschi  quattrocenteschi, i borghi sparsi nella media valle.