sabato 14 ottobre 2017

Mirò: ma questa è arte?

Premetto: non sono un appassionato di arte moderna ma nei tanti anni che mi han visto frequentatore di tantissimi musei in giro per l'Europa, ho apprezzato pur con una riserva mentale tante opere definite dai critici capolavori. Sarà pur vero che all'arte moderna devi essere introdotto, istruito e preparato. Non è arte figurativa di fronte a cui puoi porti nella maniera più umile e semplice possibile (mi piace/non mi piace). Nell'arte moderna il campo comunicativo si allarga. Intervengono reazioni quali "cosa significa? cosa ritrae? " che anche se sbagliate come approccio sono umanamente comprensibili. Intervengono pure reazioni affettivamente più complesse come irritazione (ma perchè perdo tempo a vedere questi imbrattatele) o autoreferenziali (questo schifo son capace anch'io di dipingerlo).
Tutto questo preambolo per dire che sono appena stato alla mostra su Mirò che si tiene a Palazzo Chiablese a Torino. Mai visita fu più veloce e inapprezzata. Conoscevo poco Mirò per averne visto riproduzioni e tele sparse qua e là nei vari musei. Così tante opere raggruppate in mostra non le avevo ancora viste. All'uscita mi son chiesto cosa ci fosse dietro la magnificazione di un simile artista. Sappiamo come da sempre i critici che contano possano creare  distruggere l'immagine di un artista tanto più se parliamo di arte moderna dove le fumose chiacchiere che puntellano una carriera o una serie di opere sono fondamentali. Ebbene in nessun quadro di Mirò son riuscito a cogliere il sublime graffio del genio. Scarabocchi mi son parsi, macchie di colore messo lì a caso (la famosa e per certi versi fuorviante "ispirazione") non un solo tratto che ti riveli l'artista che cova sotto i colori e i simboli. Anche Picasso ha dipinto quadri discutibili ma in lui anche il profano riesce a cogliere le stimmate dell'arte. Mirò no. E se vogliamo andare a quel volpone di Dalì che ha usato un marketing furbesco geniale, anche lui rivela non tanto nella logorroica fantasia quanto nel disegno una scuola non comune. Perchè è questo che io voglio riconoscere in un pittore, il tratto che supera il virtuosismo per trasformarsi in arte. Se non sai disegnare, detto terra terra, sei un imbrattatele al di là di quanto puoi aver avuto dagli onnipresenti critici. Forse il punto chiave di tutta l'arte moderna sta proprio nel fatto che è proprio che i quadri spesso non sono spiegabili razionalmente e il titolo non aiuta quasi mai. Viene comunque il sospetto che neanche al pittore è chiaro cosa ha dipinto. La fortuna di molti artisti moderni è stata quella di avere incontrato il favore della critica. Il connubio interessato/disinteressato, a seconda dei casi, tra critico e artista genera il successo dell'opera e la inserisce in un circuito di apprezzamenti universali. Ma ciò presta il fianco, ahinoi, a molti maliziosi scenari….  

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