mercoledì 19 settembre 2012

Grandi uomini del passato: Giuseppe Bozzuto medico nella Napoli del '600


Il 1656 fu per Napoli il terribile anno della peste. Il morbo ebbe inizio in gennaio portato da soldati spagnoli giunti in nave dalla Sardegna. Il primo malato fu ricoverato nell’ospedale dell’Annunziata, dove fu posta la giusta diagnosi da parte di un medico di nome Giuseppe Bozzuto. Purtroppo l’allarmante realtà non fu presa in considerazione anzi il medico fu messo a tacere ed imprigionato perché, a parere del Viceré, aveva diffuso notizie false. L’ammalato intanto, come alcune persone venute a contatto con lui, morì accusando i sintomi del male. Il coraggioso gesto del Bozzuto non ebbe seguito in quanto i suoi colleghi preferirono tacere la natura della malattia, temendo le reazione delle autorità. Il mancato isolamento dell’ammalato e degli oggetti appartenutigli favorì così il propagarsi dell’epidemia. La vicenda di Bozzuto può ancora essere seguita dopo l’imprigionamento per qualche giorno. Tra le scritture contabili del Banco dell'Annunziata del 1656 vi è un conto intestato al «dottor medico» Giuseppe Bozzuto, dipendente di quella Casa Santa, conto che reca due accreditamenti del 9 febbraio e del 10 maggio di 14,11 ducati ciascuno, disposti in suo favore dai governatori della Casa Santa dell’Annunziata. Dopo l’11 maggio 1656, data in cui si estingue il conto acceso in anni precedenti, non rimane del medico alcuna traccia, segno che egli era con ogni probabilità nel frattempo deceduto.

Le motivazioni al comportamento irresponsabile del Viceré Conte Castrillo furono addotte al fatto che il riconoscere lo stato di epidemia avrebbe significato sospendere gli aiuti militari ai suoi compatrioti impegnati a Milano contro i Francesi. Altra motivazione le serie difficoltà di ordine economico in cui versava il Regno che sarebbero state sicuramente aggravate dal riconoscere il morbo in città. Da ultimo il permesso dato alla popolazione tra gennaio e maggio, di esodo verso le province contribuì non poco alla diffusione della peste. Un ultima analisi storica vuole che il comportamento del Castrillo fu un deliberato atto di “assassinio” della popolazione, alla luce della rivolta di otto anni prima capeggiata da Masaniello. L’idea di dover estirpare con ogni mezzo questo sentimento dalla plebe napoletana ricorre in rapporti del Vicerè destinati al re e conservati negli archivi madrileni “Se vogliamo continuare a governare questa città… dobbiamo cauterizzare tale sentimento con ferro incandescente”

 

In un testo del 1867 di Salvatore De Renzi troviamo una ricostruzione di quella vicenda

 
-          ….Dio sceglie per punire.

-          E che mi state a farneticare di giustizia di Dio, ripigliava il medico; che mi state a raccontare di vendette di chi è il sommo della bontà e della clemenza. Questa è vendetta non di Dio, ma de’ nostri tiranni; sentitevelo chiaro, questa è la peste che gli Spagnuoli sia per trascuratezza sia per volontà ci han portato dalla Sardegna per distruggerci.

-          Misericordia! Esclamavano gli altri, che ne sapete voi della peste?

-          E se non sa questo che volete che sappia un medico? Ripigliava quello. L’uniformità della malattia; i buboni i lividori le petecchie; il principio da uno ch’è tornato da Sardegna; la progressione da lui al servente, dal servente alla madre di….


-          Ma che dicono altri Medici ripetevano quelli, massime quei grandi medici che sono dalla mattina alla sera, che dalla Casa di un principe passano a quella di un marchese di un duca di un conte; che visitano sua eccellenza e che fanno da professori e protomedici?

-          - Eh sciocchi, rispondeva il Medico, e voi da questi aspettate di sentire la verità! Essi sono abituati a far la corte a sua Eccellenza ed a’ principi; essi tengono la carrozza e accumulano ricchezze perché adulano, perché vanno alla caccia di una meschina popolarità! Essi queste cose le sanno ma le nascondono perché non vogliono farsi nemici.

Questo medico coraggioso si chiamava Giuseppe Bozzuto; abitava né Quartieri bassi della città; ed abituato col volgo parlava concettoso e franco; e con la celia e coll’arguzie correggeva ed istruiva. E quando egli parlava si concitava e batteva il bastone e le sue pause erano segnate dalle prese di tabacco e tutta la gente di strada si affollava intorno a lui per ascoltarlo. Ed in mezzo ai crocchi ne’ quali si facevano i riferiti dialoghi eravi un tale che era stato Eletto della città, messere Donato Grimaldi, il quale riferì tutto al Viceré e sparse subito la voce che il Dottor Bozzuto aveva dichiarato esistere la peste in Napoli… Il Vicerè fece chiudere l’impudente Medico in oscure prigioni. Ivi sopreso dalla peste ottenne appena la grazia di andare a morire nella sua casa. Ecco il destino di chi predica la verità nel regno dell’oppressione e della menzogna

 

 


 

Tipografia di De Domenico Pasquale Via Anticaglia 35

Napoli 1867

 


 

Fatto


 


 

 

Nessun commento:

Posta un commento