lunedì 17 settembre 2012

Napule è 'na carta sporca (e niscuno se ne importa): visita a San Gaudioso

Il treno che mi porta a Napoli sotto la pioggerella di settembre è in ritardo. Ho tempo  di leggere qualche notizia in più sulle catacombe di San Gaudioso oltre quelle già raccolte dal rete e di ricordare l'intreccio di vie per arrivarci. La mente intanto va alla  mia prima visita  ormai una decina d'anni fa, allora mi ero mantenuto con un briciolo di cauta diffidenza sui grandi corsi, a ridosso del lungomare e così ne avevo ricavato un idea di città caotica  e  nulla di più. La scoperta è avvenuta gradualmente, nelle visite succesive, grazie alle lunghe passeggiate attraverso il centro storico, lungo tutta via Tribunali e via San Biagio dei Librai per intenderci. Ricordo che qui lo sguardo non aveva il tempo di immagazzinare un'immagine o una scena che già un'altra si presentava in un flusso continuo di curiose sorprese. Leggevo, passando, di Vico Scassacocchi, Vico Fico al Purgatorio e già la mente si interrogava sul significato di questi nomi che poi più tardi avrei cercato di scoprire.


Adesso ogni volta che ritorno in città  la via Tribunali è il passaggio obbligato verso qualsiasi destinazione sia essa la zona musei, il rione Sanità o la ricerca dei vari sepolcreti partenopei. La pizzeria dei Di Matteo è una delle tappe costanti del peregrinare, anche solo per un breve assaggio. Non ho mai avuto sorprese negative, per curiosità ho interrogato Tripadvisor che ha recensito il locale con 350 e passa giudizi. Mi sono stupito dei 18 "pessimo" assegnati, legittimi di sicuro ma alla luce delle mie frequentazioni, singolari. Scontrini lesinati, sporcizia e altre brutture. Stupore dicevo perchè a me lo scontrino l'han fatto senza che lo richiedessi, il servizio è stato puntuale e moderatamente cordiale (in rapporto al numero di persone che servono, numero che in qualsiasi parte d'Italia è inversamente proporzionale alla gentilezza elargita al cliente) tanto da pensare che questa pizzeria è un pò il simbolo di una città dalle mille contraddizioni. Ma torniamo alla visita di quel giorno di settembre....la meta erano le catacombe di San Gaudioso, altro tassello della Napoli sotterranea che mi appassiona da anni. L'entrata in Santa Maria della Sanità lascia interdetti: forse è la natura stessa del progetto con cui è stata concepita, con le numerose cappelle laterali, che non permette uno sguardo in grado di cogliere la bellezza del tutto. Le impressioni si susseguono isolate, senza la piacevolezza che deriva dall'armonia. Le rampe che conducono all'altare maggiore, la sottostante basilica paleocristina sono di rara bellezza. Ma lo scopo della visita era la scoperta del San Gaudioso sotterraneo..... Mi dirigo quindi seguendo le frecce  in fondo a sinistra dove una scrivania costituisce la sede provvisoria della biglietteria per la visita delle catacombe. Scopro che l'ultimo turno di visite inizia di li a 15 minuti. L'esiguità del numero di accessi possibili giornalmente è da sempre un problema (alle 13 si chiude inesorabilmente), peraltro di impossibile soluzione viste le contingenze economiche in cui versa  la città e la sua cultura. La guida è cordiale, lentamente il numero di visitatori aumenta ma resta contenuto ed accettabile. Tra gli italiani una famigliola con due bambini. E sarà proprio uno dei due mocciosi a spogliare la visita della sua paleocristiana aura storica..... Irrequieto e petulante il fanciullozzo metterà a dura prova l'aplomb professionale della nostra guida  cercando di colpirne il documento di riconoscimento appeso ad un nastro, di calpestare in ogni occasione il raggio della luce proiettato in terra con esibizione di altri bambineschi e fastidiosi trastulli. I genitori.... ecco qui l'emblema di molte italiche (ma non solo) maleducazioni, vizi trasmessi forse col latte alla progenie. I genitori  osservano il rampollo senza intervenire, la madre forse assorta nell'abulica contemplazione di  reliquie secolari non proferisce verbo, il padre talora con condiscendente comprensione si limita a rimbrotti affettuosi. E San Gaudioso? Nonostante la noiosa presenza della piattola infante, i segni millenari che ornano le pareti delle catacombe lasciano un'impressione forte anche nel visitatore più disattento. Le coppelle ai muri, in cui  erano incastonati i crani dei ricchi defunti, sormontano eterni la tenue traccia degli scheletri che adornano le pareti. Ma in un angolo il presente irrompe nel maestoso silenzio dei secoli sotto forma di uno sgocciolio sulla pietra nera del pavimento. Pare che su, in alto, un condominio abbia una perdita che nessuno riesce ad individuare. I tempi si allungano, l'acqua continua a cadere ormai da più di un anno e tra rimpalli di responsabilità muri si piegano. Questa è Napoli, Signori miei, dice qualcuno nel buio. La visita finisce, si esce silenzio alla spicciolata, per fortuna il vociare querulo del fanciullino piattola riporta velocemente le menti ancora circonfuse di eternità  alla maleducata realtà dell'oggi...... La porticina laterale della chiesa si apre e riesplode il delizioso degrado della Sanità.   

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