domenica 26 maggio 2013

Tre giorni a Lione: appunti di viaggio

Impressioni
Lione è piacevolmente moderna nei suoi quartieri nati negli anni '70 (Part Dieu) e fine '90 (Confluence) e tenacemente rivolta ad un antico passato a ridosso dei due grandi fiumi che la percorrono da nord a sud (Croix Rousse, Presque l'Ile e S. Jean-Fourvière). Ovunque si vada, domina il punto di riferimento costituito dalla Tour Part-Dieu soprannominata dai lionesi le Crayon per via della sua forma aguzza e del colore bruno. Ai suoi piani alti è installato un hotel a tre stelle che ultimamente non gode dei giudizi unanimi dei visitatori su pulizia e decoro, questo nonostante che dalle sue camere si possa godere di una vista sulla città, impareggiabile. 


Un soggiorno in città può avere come base il quartiere di Part-Dieu che oltre ad disporre di moltissimi hotel per tutte le tasche, ha vicino sia la stazione omonima sia il trenino delle linee Rhones-Express  che in meno di mezzora portano a Saint Exupéry (aeroporto e treno TGV per l'Italia). Il centro città dista due chilometri esatti che a piedi sono piacevolmente percorribili guardando il succedersi di "ere" architettoniche man mano che ci si appressa al centro: il moderno fine XX secolo, il periodo tra le due guerre che somiglia molto al nostro periodo del ventennio per giungere ormai in prossimità del Rodano ai palazzi di fine '800 maestosi e solidi testimoni di una borghesia in pieno sviluppo. La scelta di concentrare le visite dei vari spazi significativi della città è molto varia ma può proficuamente seguire tre direttive: una è quella relativa alla collina a Nord della Croix Rousse con le sue erte salite fino al meraviglioso murale di Rue Canuts, dove un muro di caseggiato di 1200 metri quadri è stato negli anni dipinto e ridipinto, per adeguarlo ai cambiamenti del quartiere (i personaggi sono stati invecchiati man mano che passavano i decenni!)


Questo in origine era il retro spoglio e squallido del grande edificio. Questo è diventato dopo l'intervento degli artisti della CitéCreation.....



 La seconda area cittadina che merita una visita è quella a ridosso della Saone sulla sua sponda destra. Qui con ripidissime scalinate di centinaia di gradini si può salire fino all'area verde della Fourvière dove una terribile chiesa ottocentesca di Notre Dame racchiude gli orrori concentrati di un eclettismo delirante (gli interni soprattutto). Vale al pena, arrivati lassù, di imboccare a piedi il percorso che ad inizio 900 compiva in meno di un chilometro un trenino funebre adibito al trasporto dei feretri. Il cimitero ottocentesco di Loyasse, infatti pur in splendida posizione, era difficilmente raggiungibile per strada con i cavalli. Singolare storia quella di questo luogo consacrato all'eterno riposo di illustri lionesi: esposto a venti furiosi, più volte era stato colpito da  eventi naturali tra cui il tornado del 1847. La natura stessa del terreno pare che avesse inoltre molto difficile la decomposizione dei corpi..... Prima di giungere al cimitero possiamo fermarci sul viadotto lugo 80 metri da cui è possibile scorgere un grande edificio adibito ad ospedale gerontologico fondato nell'800 dalla pia Jeanne Garnier ricca e giovane vedova che consacrò la sua vita alla cura ed accoglienza delle donne incurabili della città che a quei tempi venivano respinte da tutti gli ospedali: una piccola edicola alla fine del ponte ne racconta l'opera. Tornando a note più serene, il quartiere che fa capo a S.Jean in basso, è sede dei famosi traboules, specifica attrazione della città:  si tratta in sostanza di passaggi coperti che attraverso più case private uniscono due vie, interrotti spesso da cortili su cui affacciano scale aperte a volte elegantemente porticate.

Il terzo percorso si snoda attraverso la presque l'Ile racchiusa tra i due fiumi della città. A nord vale la pena di visitare il grande Museo di Belle Arti che anche senza capolavori dell'arte mondiale ha molte tele interessanti soprattutto  nell'ambito lionese dell'800.

Il Musée des Beaux Arts
Di tutte le opere del Musée de Baux Arts una in particolare mi ha colpito. E' La Lecture di Henri Fantin-Latour. In un interno due donne siedono ad un tavolo: una legge la mano sinistra elegantemente a sorreggere la guancia, l'altra di profilo sembra guardare con espressione assente un punto fuori dal quadro. I vestiti sobri, scuri, il semplice arredo ridotto all'essenziale, due sedie un tavolino coperto da una tovaglia e un vasetto di fiori, tutto riporta all'ispirazione realista ed intimista della composizione. Unico tocco singolare, la scriminatura dei capelli della donna che legge che porta l'attenzione dell'osservatore alla fronte ampia della protagonista.  


A Sud dopo aver attraversato l'enorme piazza Bellecour ed aver superato la stazione di Perrache resta da vedere il quartiere ultramoderno della Confluence....

La Confluence
Il territorio situato alla confluenza del Rodano con la Saone pur appartenendo geograficamente al cuore della città è stato per molti anni una zona industriale considerata da molti poco degna di un centro cittadino. E' da questa considerazione che nel 1999 nasce, sotto gli auspici del sindaco di allora Raymond Barre, il progetto di bonifica dei 150 ettari. In pochi anni nascono così edifici ad uso commerciale ed abitativo mentre a lungo termine si lavora ancora per modificare la cesura rappresentata dalla stazione di Lyon Perrache che di fatto divide ancora l'area dal centro vitale del centro città. Per arrivare alla confluenza infatti bisogna ancora attraversare le squallide "voutes" ossia le volte di tunnel che sostengono la piattaforma della stazione ferroviaria. 


Poco più in la bivaccano in permanenza i disperati senza dimora kossovari, rom, bulgari con le loro masserizie e le loro storie di miseria. Periodicamente vengono evacuati ed espulsi ma in breve tempo ritornano a popolare i corridoi e le pensiline sotto la stazione. 

Photo Philippe Juste (modif)


Superate le voutes un buon chilometro dopo, lungo la Saone dove un tempo si aprivano le banchine di Port Rambaud, inizia la serie impressionante di nuove costruzioni nate nell'ambito del progetto di riqualificazione territoriale.     





Percorrendo la banchina della Saone non si arriva a vedere la confluenza con il Rodano, ci si deve fermare in un curatissimo giardino di nuovo allestimento a ridosso del ponte ferroviario. Per vedere l'unione dei due grandi corsi d'acqua bisogna imboccare il ponte Pasteur e prendere la banchina sottostante.














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