domenica 6 novembre 2011

Riflessioni pratiche su come scegliere un ginecologo (ma anche un qualsiasi altro specialista…)

Si sceglie un ginecologo perché lo consiglia un’amica o perché si viene indirizzati dal medico di famiglia. Meno di frequente lo si cerca scorrendo le pagina dei siti web degli ospedali e scegliendo a caso. Negli ultimi tempi poi sono comparse offerte di visite a prezzi stracciati su vari siti. Il fenomeno ha aperto  una serie di accesi dibattiti sull’opportunità di tali iniziative e sui riflessi che hanno sull’etica professionale in generale. Fatto sta che l’offerta ha attirato molte persone considerato soprattutto che i prezzi sono inferiori del 70% a quelli di una visita specialistica media. Il problema maggiore per una paziente resta in ogni caso il capire quale sia la competenza e la professionalità del ginecologo su cui è caduta la scelta, soprattutto quando si deve affrontare un intervento chirurgico. La ginecologia è una specialità chirurgica ma può essere praticata anche da medici mai entrati in una sala operatoria. E’ quindi necessario che la paziente possa sapere con certezza in quale modo sarà operata e soprattutto da chi.
Questa fatto, il poter sapere competenza e capacità di un medico, è un' impresa molto difficile, spesso impossibile, se non a posteriori, a seconda che il risultato sperato (guarigione, miglioramento di un disturbo ecc) sia raggiunto.
Proviamo allora a suggerire alcuni punti essenziali per guidare una scelta intelligente.
Le referenze mediche di prima mano, se disponibili, (amici medici o comunque conoscenti che lavorino nella sanità pubblica) hanno la loro importanza. Sapere dall’interno come lavora e come opera uno specialista è di grande importanza. Manca però, e non solo in Italia, la possibilità per il paziente di sapere quanto un chirurgo ha competenze riguardo una determinata patologia in altri termini quanti interventi di quel genere ha eseguito negli anni. Non è detto che la quantità sia sinonimo di qualità, certamente, ma è uno degli indicatori da considerare. Il tasso di complicazioni della propria casistica operatoria (tasso che ogni chirurgo serio dovrebbe aggiornare annualmente ma che quasi nessuno in realtà compie), dovrebbe essere un dato pubblico facilmente disponibile e verificabile. Ma questa è fantascienza per cui è meglio ritornare al discorso iniziale….. Se un paziente è motivato e consapevole dei suoi diritti potrebbe tranquillamente chiedere: “Dottore (o Professore, titolo cui taluni specialisti sono molto attaccati) quanti interventi come questo di cui stiamo parlando (asportazione di masse tumorali o altro per esempio) ha eseguito e quanto è la percentuale di complicazioni nella sua esperienza?” Non è detto che la legittima richiesta sia accolta dal medico con simpatia e disponibilità, ma se pensiamo ad un ideale modello di professionista perfetto, non dovrebbe essere così strano informarsi sulle competenze chirurgiche di chi ci sta davanti. In molti casi purtroppo il rapporto medico paziente non prevede una pari dignità ma al contrario una deferente sudditanza a ciò che viene consigliato o ordinato. Dicevamo delle referenze mediche “dall’interno”. E’ comprensibile quindi che le informazioni cui accennavamo poco sopra possono essere unicamente desunte da notizie di persone che sono in qualche modo in contatto con il medico specialista in questione.
Se non si conosce nessuno cosa bisogna fare? La risposta è in un’unica frase anche se pensiamo che questa sia un po’ troppo semplicina: fidarsi dell’impressione che si ha nel corso della prima visita. Si tratta, come è intuitivo, di ottenere dati utili ma non di provata verità. L’impressione o il feeling che si sviluppa durante il colloquio che precede la visita vera e propria si può basare su alcuni elementi. Ottima cosa è quando il medico “spiega” al paziente con pazienza il ragionamento che lo ha portato a proporre un certo trattamento (cura o intervento che sia). Il tutto in termini semplici ed elementari. Negativo è l’atteggiamento del “si fa così perché  così è bene e basta” magari con l’appendice “non si fida di me?” a fronte di richiesta di dettagli. Sul piano più propriamente umano è importante ottenere una rassicurazione di fronte a proposte a volte non gradite (interventi rischiosi o cure di incerto risultato) come anche sentirsi dire sulle difficoltà che un certo percorso (di diagnosi o di cura) può presentare. L’eccesso di sicurezza da parte dello specialista se in prima battuta può piacere al paziente può rivelarsi fonte di grandi delusioni. Mai va dimenticato che nella professione di curare la gente una certa parte del successo è ancora affidata alla fortuna oltre che alla preparazione e alla professionalità. Il paziente deve sentirsi seguito con attenzione ed impegno non essere superficialmente ed erroneamente illuso.          
Medico privato/solo privato o medico privato che lavora anche in ospedale? I medici soprattutto gli specialisti sono suddivisibili molto grossolanamente in due categorie. Coloro che sono dipendenti di strutture ospedaliere e coloro che esercitano la professione privata appoggiandosi solo a strutture private (case di cura). In linea di massima, pur con molte e importanti distinzioni, sarebbe bene orientarsi verso gli specialisti del primo gruppo questo perché nella decisione clinica orientata alla chirurgia (operare o non operare?) la motivazione di tipo economico (se opero guadagno) può avere il suo peso. Spero di non suscitare scandalizzate rimostranze ma in quasi quarant’anni di professione ho visto tante situazioni che non fanno onore al sempre (e a sproposito a volte) citato Giuramento di Ippocrate….. Esiste anche una terza tipologia di specialisti che esercitano soprattutto la medicina generale pur avendo la specialità in ostetricia e ginecologia. Raramente hanno frequentato estensivamente la sala operatoria, al più hanno un ospedale di riferimento presso il quale ricoverano le pazienti. Se scrupolosi, fanno da filtro tra la struttura e le necessità della paziente pur non avendo possibilità decisionali in merito a strategie terapeutiche.
Ginecologo uomo/ginecologo donna? Qui la scelta è affidata al gusto della paziente. Va detto che in percentuale le donne con grande esperienza chirurgica sono al momento in netta minoranza. Il trend sta cambiando, ma gradualmente.
Una altra risorsa disponibile è quella di utilizzare la Rete. Esiste per esempio un ottimo motore di ricerca, Google Scholar, che permette di visualizzare la produzione scientifica di un medico attraverso la pubblicazioni dei suoi lavori, soprattutto su riviste estere che hanno mediamente un valore scientifico (calcolato in termini di Impact Factor) molto superiore a quelle italiane. Non determinante in sé l’informazione può essere comunque utile per capire la serietà scientifica della persona. Alla fine del nostro discorso qualcosa in più a disposizione per affidarsi con fiducia alla persona che curerà la nostra salute l’abbiamo ottenuto. Vale comunque sempre la regola che tutte queste singole informazioni devono essere messe al servizio di un quadro generale di valutazione di qualità e non utilizzate in maniera rigida e singolarmente.     

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