venerdì 11 novembre 2011

Piazza Bodoni a Torino: breve storia

Fin dalla sua nascita nel 1835 piazza Bodoni è stata al centro di molte vicende che hanno riguardato la storia della città.  Non c’è ambito della cronaca cittadina in cui la piazza non abbia avuto un ruolo da protagonista: la storia vi è transitata attraverso esequie illustri, manifestazioni politiche, sanguinosi episodi di cronaca nera e intensi commerci che l’hanno animata lustro dopo lustro. Negli anni la sua struttura si è trasformata mantenendo al suo centro, inalterato punto fermo in tante rivoluzioni, la statua equestre di uno dei quattro fratelli La Marmora fino a diventare la piacevole oasi pedonale dei nostri giorni.
La fisionomia della piazza si delineò poco prima di metà ottocento con la sistemazione dell’area occupata dai Ripari, l’ampio spazio adibito a giardino pubblico sorto sui vecchi bastioni della città secentesca. Nel 1834 il piano per la sistemazione del Baluardo di Mezzogiorno destinò a Quartiere dei Macelli e Mercato dei Commestibili un ampia area sul sito dell’attuale piazza Bodoni. Questa era compresa, in origine, tra i due isolati di San Pacifico e San Nereo rispettivamente a occidente e oriente. Nel 1841 vide la luce il progetto per la casa Pomba sede della stamperia e casa editrice torinese. Nel 1844 per iniziativa dei La Marmora il lato meridionale della piazza venne definito col progetto di due caseggiati porticati, simmetrici. La piazza un tempo si estendeva sino all'attuale via San Francesco da Paola. Sull'angolo di questa via sorgeva una tettoia con un mercato ortofrutticolo assai animato, che venne abbattuta nel 1866. Al suo posto furono costruiti un mercato e un lavatoio in muratura, abbastanza antiestetico, riferiscono le cronache, nonostante i colori rosso e grigio. Nel maggio 1853 il Parlamento Subalpino definì l’assetto futuro della piazza: il progetto prevedeva la costruzione di un edificio in cui sarebbero state ospitate la pinacoteca e l’Accademia di belle arti. L’area interessata, di quasi 3800 metri quadrati, avrebbe dovuto essere tenuta “in perpetuo libera e sgombra da ogni fabbrica e non vi si sarebbe permessa mai l'erezione, né la semplice fermata di nessuna tettoia, o tenda, o banco mobile, o stabile”. Verso Nord dopo animate discussioni in consiglio comunale, nel 1873 venne edificata la casa Boasso, cui fu negata la concessione di un porticato, adibita da subito ad albergo e successivamente a sede di uffici amministrativi delle Strade ferrate mediterranee. L’ala verso est fu occupata da 3 palazzi con abitazioni in affitto. Infine nel 1928 l’edificio del mercato venne demolito e il municipio vi fece realizzare la sede del Conservatorio Musicale  su progetto dell’Ufficio tecnico Municipale con il contributo di Giovanni Battista Ricci. All’inizio degli anni ‘20 del novecento si provvide ad allestire la pubblica illuminazione della piazza.
A partire dal 1920 la piazza diventò il luogo prediletto per le prime adunate del Fascio torinese di combattimento. I partecipanti a questi comizi all’inizio erano  scarsi anche se in un articolo di giornale si sottolineava come questi fossero la “parte più eletta del popolo capace di rappresentare la città con le sue tradizioni e il suo avvenire”. Non mancarono i tafferugli, come nel novembre 1922, tra socialisti del gruppo giovanile da una parte e sostenitori dei fasci dall’altra. Tra uno sventolio di bandiere nere e rosse volarono bastonate e perfino colpi di pistola con due feriti medicati in ospedale fino a che le cariche dei carabinieri e la truppa del Regio esercito non riportarono l’ordine. L’ultimo atto della ferocia fascista si ebbe nell’aprile del ’45 pochi giorni dalla liberazione quando all’angolo del Conservatorio fu fucilato il partigiano Banderali.

L’idea di risanamento della piazza ha origini lontane. Fin dai primi anni 50 del novecento si comincia a parlare di spostare il fiorente ma ingombrante mercato dell’auto in altra zona e di sostituire lo sconnesso acciottolato con il bitume. Il giovedì, giorno di mercato, l’attività dei mercanti abusivi d’auto provoca non pochi ingorghi stante il fatto che si tratta di uno dei commerci più importanti, quanto a volumi d’affari, della penisola. Nel progetto si parla di creare tre isole rialzate, una centrale per il monumento di Alfonso La Marmora e due semilunari in blocchetti di porfido e bordo in pietra, poste a nord e sud dello stesso. E’ del 1953 la notizia del progetto di grande parcheggio sotterraneo nel sottosuolo della piazza. Soltanto nel 1965 però se ne tornerà a parlare. Nel novembre 1968 cominciano i lavori che si concludono a fine 1970. Negli anni 80 è il Conservatorio a subire per anni lavori di rimodernamento che causano malcontento tra i professori e studenti costretti al disagio del lungo cantiere che si concluderà solo nel 1991.  Nel 1996 il Parking Bodoni è ormai in disuso, frequentato da tossicodipendenti e poco sicuro. Nel giugno 2002 finalmente piazza Bodoni diventa area pedonale con la quasi totale soddisfazione dei commercianti che in passato avevano manifestato la loro contrarietà al progetto.

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