venerdì 11 novembre 2011

Istanbul nel 2009: un viaggio di fine agosto


"Nella mia infanzia la bandiera era il simbolo della nazione. In seguito comprendemmo che era, piuttosto, il simbolo del nazionalismo. Adesso invece essa sembra significare qualcosa di molto più indistinto e molto più singolare del nazionalismo. Se non comprenderemo al più presto cosa sia esattamente questo qualcosa e non ne definiremo le regole, a causa della bandiera scorrerà ancora molto sangue" O. Pamuk


"[parlo] di quelle prime ore mattutine in cui tutti dormono, tranne i pescatori che prendono il largo; delle cicogne di cui tutta la città si accorge verso l'autunno, mentre passano sopra il Bosforo e le isole, in arrivo dai Balcani e dall'Europa per andare a sud..." (O.Pamuk, Tristezza, in Istanbul, 2003)



Spinto dalla necessità sono sceso un pomeriggio, lungo una decina di scalini, fino a due porticine di legno laccato segnate dal tempo e dai colpi di un'usura protratta. L'odore di ammoniaca intenso e paralizzante mi ha costretto ad una sosta minima e ad una ricognizione molto veloce. Solo il tempo una manciata di scatti digitali, per ricordare analoghe e ormai scomparse latrine sotterranee del nostro mondo occidentale.



In "Chienne d'Histoire", cortometraggio premiato a Cannes nel 2010 diretto da Serge Avedikian, si narra della brutale deportazione dei cani randagi di Costantinopoli nel 1910 su di un'isola deserta e del loro triste destino. Cento anni dopo i cani sono ancora per le vie di Istanbul, sulla collina di Tunel, sdraiati in terra, indolenti e indifferenti alla Storia.  


Si. E' un luogo comune, il traffico di Istanbul. Ma è sempre un'esperienza interessante. Pedoni che attraversano strade a 6 corsie, automobilisti che deviano improvvisamente di direzione tagliando la strada ad altri, code nervose e interminabili, l'ansia di sbagliare svincolo e trovarsi dopo un cavalcavia o un sottopasso in un quartiere lontano e sconosciuto, senza poi la rassicurante presenza del navigatore GPS, perchè le mappe europee non comprendono la Turchia....  Su tutto questo però, a differenza dell'occidente, regna la suprema indifferenza dei conducenti locali nei confronti degli altrui selvaggi comportamenti stradali: nessun insulto, nessun colpo furioso di clacson, solo il continuo fluido scorrere del fiume di auto    



I trams sono moderni, piacevolmente disegnati e silenziosi. A Beyoglu, nella via pedonale Istiklal Caddesi, fa servizio un tram storico sempre affollato da turisti, rincorso da bambini che si aggrappano al repingente posteriore e si fan trasportare per gioco.





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