domenica 6 novembre 2011

Hans Baldung Grien

Il mio primo incontro con Baldung Grien (1484/85-1545) è avvenuto nelle sale del Kunstmuseum di Basilea. Appena varcata la soglia della prima sala, a destra, una strana Crocifissione ha attirato la mia attenzione. A parte le innaturali impossibili posizioni del Cristo e dei due ladroni, quel che mi ha incuriosito è la figura del ladrone di sinistra. Le membra bianche e gli arti superiori articolati in acrobazia ai bracci della croce convergono in un viso i cui tratti poco nulla hanno a che vedere con l'uomo cinquecentesco. Parrebbe piuttosto un avventore  parigino di un Café chantant alla  De Nittis o alla Boldrini.... Se abbassiamo lo sguardo, poi, non possiamo non cogliere la totale estraneità della raffigurazione dei tre crocifissi e quella dei personaggi che ai piedi della croce sembrano affacendati in occupazioni molto lontane da una qualsivoglia forma di disperazione. Nessuno di essi volge lo sgardo in alto verso il Cristo. In basso si celebra il trionfo della caducità delle cose terrene, non c'è nessun afflato verso il simbolo della morte del Redentore.


Le opere di Baldung fanno riflettere al di là della della forza selvaggia e fantastica che trasmettono e questo in barba ai limiti di una tecnica che allunga e stravolge a dismisura le membra e che ritrae  visi ossuti spesso rivolti verso l’osservatore. E' la particolarità dei corpi ad aver suscitato in me da subito l'interesse verso questo pittore la cui vita è scivolata tranquillamente via tra lunghi vagabondaggi attraverso l’Europa del '500. Con la riforma protestante, un progressivo disinteresse per il tema religioso avvicinò Baldung ai temi della morte e del peccato originale: il tema del fantastico cominciò a prendere forma. In un dipinto, sempre nel bellissimo museo di Basilea, un cadavere scheletrico, alza una clessidra sopra un’assorta fanciulla nuda, preannunciando l'erosione della giovinezza e la morte imminente. Questo e tanti altri dipinti rivelano un Baldung profondamente misogino. L’essere femminile, malizioso se non malvagio, è  qui eternamente dedito a manipolare la realtà che lo circonda e, come nell’Adamo ed Eva delle prime raffigurazioni, impegnato da sempre a procurare la caduta del genere umano.


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