mercoledì 26 aprile 2017

Alfonso di Piazza Bodoni


Al tramonto


Quando La Marmora morì il giorno prima dell'Epifania del 1878 tra i familiari che seguivano il feretro c'era anche il suo amato cavallo, velato di bruno...... Nella scritta bronzea sul basamento di pietra che sostiene il cavaliere troviamo uno degli epiodi più gloriosi della sua vita militare, la guerra di Crimea che proiettò il novello Regno d'Italia tra le grandi potenze europee, frutto questo dell'acume politico di Cavour. Ricca fu la vicenda umana del più giovane dei quattro fratelli di insigne famiglia biellese, Alfonso. La sua figura, indissocialbile dalla presenza scenica del sottostante equino, appare a certe ore del giorno, soprattutto al tramonto, più simile ad un Buffalo Bill risorgimentale che ad un valoroso soldato del Regio Esercito. I tratti del volto, bruniti dal tempo, non mostrano la bruttezza del maturo Alfonso (a quei tempi 51enne). Il cavallo è rilassato. La zampa sinistra sollevata più che fiera posa di parata, sembra rammentare un' indole dubbiosa del tipo "che fare e dove andare?"
Ma via... lasciamo queste oziose considerazioni  e cerchiamo di cogliere la bellezza di questo monumento equestre calato nell'armonia della piazza circostante. Poche piazze in Torino racchiudono una così squisita geometria di proporzioni. Cavaliere e cavallo volgono sguardo e corpo verso ovest, diametralmente opposti quindi alle proppaggini dell'anfiteatro morenico del Garda dove sorge Custoza, luogo simbolo del declino storico e umano del Generale La Marmora. Casualità del destino, coincidenze ma all'osservatore attento non può sfuggire un chè di stanco ed incerto nella posa dell'uomo di stato e del militare che ha assistito a infinite morti in battaglia, nonchè a quella dell'unico figlio neonato e  da ultimo della moglie Giovanna.In un trafiletto del 7 gennaio 1878 su La Stampa sono descritte le esequie del generale a Firenze: il suo cavallo, velato a bruno, si legge, seguì il feretro....... Lasciando la piazza vien da ultimo da chiedersi se mai alcuno dei giovani bevitori di birra che nelle notti torinesi bighellonano ai piedi dell'Alfonso, si sia mai chiesto chi fosse costui e se davvero avesse sul groppone la responsabiltà dell'esito infelice della terza guerra di indipendenza.

.. o in un pomeriggio d'autunno...


E' raro ma succede che nevichi abbondantemente a Torino. E' questo allora uno dei momenti più adatti per capire la profonda bellezza del monumento di La Marmora. I dissuasori incappucciati del bianco manto diventano palle di cannone disseminate ai piedi del grande condottiero, le orme dei passanti quelle degli scarponi di ignoti soldati che non furono così fortunati come l'Alfonso a venir celebrati per l'eternità. E con la neve, come sempre, la piazza diventa silenziosa, di quel silenzio che ricorda il trascorrere dei decenni, la morte e la spaventosa inutilità di ogni guerra. Il La Marmora fu per molti versi una natura schiva: si narra (G.S. Marchese, 1861, pag.103) che al ritorno dalla Crimea il popolo torinese ebbe ad acclamare i soldati vittoriosi ma ancor di più chi li aveva capitanati... Ma il generale evitò la folla plaudente "rifggendosi in una modesta casa"....



E ora qualche nota urbanistica sulla nascita della statua......

La collocazione della erigenda statua ad Alfonso la Marmora  dopo l’iniziale proposta di piazza Maria Teresa scartata per via della scarsa visibilità causata dalle fronde degli alberi ivi presenti viene stabilita in piazza Bodoni Al centro della piazza per un certo numero di anni uno steccato provvisorio cela la vista del basamento in granito di Baveno su cui poggerà la statua equestre. Raccolti i fondi della sottoscrizione popolare, avuto il sostanzioso contributo del nipote  Tommaso il monumento ad Alfonso La Marmora è inaugurato il 25 ottobre 1891 alla presenza del Re d’Italia.   

Il monumento al Generale Alfonso la Marmora. 
II sindaco riferiva in una delle passate sedute alla Giunta municipale che, con deliberazione 30 novembre 1881, il Consiglio comunale accettava con plauso l'offerta del signor marchese Tommaso La Marmora di assumere a proprio carico l'esecuzione del monumento decretato al generale Alfonso La Marmora, mediante cessione del fondo ricavato dalla pubblica sottoscrizione a tale uopo instituitasi da eseguirsi il monumento in bronzo, con proporzionato piedestallo, secondo il bozzetto studiato dal prof. conte Stanislao Grimaldi e da collocarsi sulla piazza Maria Teresa, in luogo dell'aiuola centrale. Con lettera 20 ottobre corrente, il marchese La Marmora, in seguito all'avviso del conte Grimaldi, autore della statua equestre, e sul riflesso che nella piazza Maria Teresa gli alberi circostanti impedirebbero la vista del monumento, propone che ne sia mutata l'ubicazione, destinandovi la piazza Bodoni. La Giunta, ritenuto che la principale considerazione che indusse a scegliere la piazza Maria Teresa fu l'avere il generale Alfonso La Marmora abitato parecchio tempo in una bella casa fronteggiante la piazza medesima; che però anche in piazza Bodoni l'illustre personaggio ebbe pur dimora, approvò, secondo l'avviso della Commissione d'ornato, il proposto cambio d'ubicazione, salva la sanzione del Consiglio comunale, a cui la proposta verrà sottoposta in una dello prossimo sue sedute. 
La Stampa (4.11.1886) numero 305 pagina 3

Oltre vittoriose battaglie...


 

Buffalo e Alfonso: paragoni


In margine a tutto quanto finora detto c'è da rilevare come la collocazione della statua ebbe un travagliato iter con numerose ed accese sedute in consiglio comunale. L'Autore del monumento sostenne a lungo, dal 1873, che la statua doveva essere collocata o in piazza Castello o nei giardini di Piazza Carlo Felice e a sostegno di questo proposito ebbe a citare l'approvazione di Re Vittorio Emanuele II che, cosa non da poco, contibuiva per due terzi al finanziamento dell'opera....  Ma il progetto di porre Alfonso davanti a Porta Nuova ebbe fiere resistenze in Comune.... Di ordine architettonico: come poteva una statua armonizzarsi con il cosiddetto giardino all'inglese qual'era quello della piazza Carlo Felice? Di ordine logistico: porre Alfonso che guarda il centro cittadino o che, più prosaicamente, osserva la imponente facciata della stazione, col rischio di venirne schiacciato nel senso delle proporzioni naturalmente.....? E poi, osserva un arguto consigliere, cosa ci sta a fare vicino alla statua lo zampillo della fontana? Poco maestoso di certo, anzi irrispettoso. Come sappiamo, dopo molti anni di discusssioni il cavaliere eil fedele cavallo ebbero la loro collocazione più indovinata, senza zampilli, aiuole o imponenti ed imbarazzanti facciate di edificio.

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