mercoledì 31 luglio 2019

La storia di Riccardo Gualino. I suoi figli. Aspetti minori di una legittima curiosità.


Una mostra per raccontare un grande collezionista e la sua storia straordinaria: I mondi di Riccardo Gualino collezionista e imprenditore nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino.
Mostra molto bella, esaustiva... una sola visita è insufficiente per capire la complessità del personaggio e il periodo storico in cui muove i suoi passi di imprenditore illuminato...
Spinto dalla curiosità, mi son procurato anche il recente testo di Caponetti che, in forma romanzata, basandosi però su una puntigliosa ricerca su documenti reali, traccia un compendio della vita di Gualino: Il Grande Gualino Ed. UTET, 2018 pag.448  (https://www.utetlibri.it/libri/il-grande-gualino/)

Però... C'è un semplice "però" che mi lascia insoddisfatto. Sia nella mostra di Palazzo Chiablese che nel libro di Caponetti, nulla o quasi viene detto della famiglia del grande biellese. C'è abbondantemente riportata la dimensione sociale e mondana in cui i due (Riccardo e Cesarina) si muovevano. Ci sono le corpose amicizie, le relazioni infinite col mondo della cultura, dell'industria e della politica, che attraversano buona parte del secolo. Ma della dimensione intima familiare della coppia non c'è nulla. I Gualino hanno due figli. Di loro non sappiamo pressochè nulla. Qua e là si legge che ambedue avevano problemi di salute, per il resto è quasi impossibile sapere la data di morte e le vicende che costituiscono la loro esistenza. Nella lettera testamento redatta da Riccardo per la moglie Cesarina, negli ultimisssimi tempi della sua vita, si accenna a Lili (la secondogenita) e della signorina che l'assiste. Sono riportati in maniera puntigliosa i costi relativi alle spese di sostentamento di Lili come  pure i consigli per ottenere un risparmio sulle spese stesse. Tenendo conto dell'altissimo tenore di vita cui era abituata la consorte del nostro personaggio e della evidente leggerezzza con cui la stessa diede fondo a tutti i suoi averi, non stupisce il tenore notarle con cui questo interessante documento venne redatto. Un altro accenno si trova nella testimonianza di una serata a teatro di Sion Segre Aimar ne le Sette storie del Numero 1 (1979): “Nel primo ordine, quasi in centro, il palco dei Gualino.... Sul davanti, appoggiata al davanzale la figlia cieca. Non mancava mai, neppure ai balletti dei Salharoff, o all’Abima, dove tutto era mimica”. A pagina 203 del libro di Caponetti si legge un altro stralcio illuminante di quella che era il ménage della famiglia: "...mai un attimo di tregua, di vita normale; non c'era spazio, non c'era tempo non c'era modo di vivere un sereno rapporto famigliare e coniugale. Forse non ce n'era neanche voglia" Dopo varie ricerche trovo il pregevole sito http://www.teatroestoria.it/materiali/Il_caso_GUALINO.pdf in cui si possono desumere le date di nascita di Lili (1908) e del secondogenito Renato nel 1912. Viene confermata la cecità della primogenita già alla nascita. 
Dicevo della piacevole scorrevolezza che si avverte nelle lettura del libro di Caponetti. Infastidisce d'altro canto il taglio agiografico dato al personaggio, che in quella perfezione di carattere, nella mancanza apparente di debolezze appare a tratti molto poco credibile avvolto com'è in quella realtà romanzata su cui l'Autore ha costruito tutto il progetto biografico.

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