lunedì 13 febbraio 2012

Corso Ferrucci a Torino. Anatomia di una strada

Corso Ferrucci corre in direzione Nord-Sud perfettamente rettilineo fino a quasi due terzi dalla sua fine poi piega lievemente verso Ovest.


















E' il classico viale alberato torinese con un'ampia carreggiata centrale e ai due lati, delimitati da alberi, (per lo più platani o begolari) due controviali, uno per ogni senso di marcia.


 Inizio a Nord da Piazza Bernini



Piazza Adriano


La curva ad Ovest


Incrocio con Via Monginevro



Incrocio con Corso Peschiera

L'estremità Sud su via Braccini



Topografia
Sul suo lato Ovest presenta intersezioni con 13 vie e con 2 corsi importanti , Peschiera e Vittorio Emanuele. Sul lato Est invece il numero di incroci è 11. Ha due piazze, Bernini a Nord, all'incrocio con Corso Francia e Adriano a circa metà, dove terminava, fino a metà degli anni '50, Corso Vittorio Emanuele proprio davanti al birrificio Boringhieri demolito per creare la piazza e la prosecuzione del corso stesso. 
Attraversa tre quartieri e precisamente, da Nord a Sud,  Cit Turin, Cenisia e per un piccolo e anonimo tratto, Borgo San Paolo. Si può definire una via principalmente di tipo residenziale, ad urbanizzazione più recente nel suo sviluppo meridionale, grosso modo da Piazza Adriano in giù, più spiccatamente di fine ‘800 a ridosso del Corso Francia. Gli esercizi commerciali sono molto diluiti, praticamente assenti sulla sponda occidentale. Ha un solo ristorante, tra l’altro di cucina giapponese, all’altezza di Via Monginevro. La lista di altri esercizi è completata da 3 Banche e poco meno di una dozzina tra negozi di informatica, materiali elettrici, autosalone, bar e caffè.
Corso Ferrucci non presenta scorci suggestivi nè edifici di rilievo, pur sviluppando dall'inizio alla fine una ariosità signorile con i suoi platani ben rappresentati e la commistione di palazzi vecchi e nuovi.
Origini del nome
Sulle origini del suo nome, consultando le pagine dell'archivio storico della Stampa, scopriamo che la prima menzione riferita al Ferrucci è del febbraio 1916 (AFFITTASI appartamentino ammobigliato, comodità moderne, divisibile, camera, salotto. Corso Ferruccio 54. Boringhieri), mentre è del 7 novembre 1893 la notizia dell'avvenuta edificazione dell'Istituto Duchessa Isabella poi Scuola Media Giovanni Pascoli e quindi Berti. La foto della piantina mostra l'allora Piazza della Barriera di Francia (Piazza Bernini) e appunto, Corso di Circonvallazione, non ancora quindi Corso Ferrucci.
Da notare che fino ai tardi anni 20 il nome di Ferrucci sarà scritto come Ferruccio.
Nel maggio del 1957 vengono stanziati dal Comune 13 milioni per il rifacimento dell'illuminazione stradale della via.

Curiosità
Un punto di particolare pericolosità del corso è sempre stato l'incrocio all'altezza delle vie Monginevro, San Paolo e Fratelli Bandiera. Qui, prima dell'installazione negli anni 80 dell' impianto semaforico attuale, si registrarono numerosi incidenti stradali alcuni con conseguenze mortali. Nel settembre del 1958, un tram percorse 3 chilometri e mezzo senza nessun conducente a bordo, dal deposito di corso Trapani, lungo via Monginevro, incrociando a grande velocità il corso Ferrucci, prima di finire la corsa, poco oltre il monumento di Vittorio Emanuele II, col tamponmento di un'altro mezzo di linea. Le cause non furono mai chiarite, per fortuna la misteriosa corsa non causò nessun ferito.

Edifici (ricordi e documenti)
I primi ricordi che ho del corso risalgono a metà degli anni '50. Allora nell'area tra Via Pier Carlo Boggio e via Fratelli Bandiera, nel luogo dell'attuale n° civico 105, sorgeva una grande fabbrica dalle mura in mattoni ormai in abbandono, di cui non mi è stato possibile rinvenire traccia. Ma più importante, sempre in quegli anni, era il grande caseggiato che segnava l'inizio di via San Paolo: il famoso "Bogo". Fatiscente già allora, tutto in mattoni a vista, con i suoi ballatoi e i gabinetti all'esterno, era popolato per lo più da gente di bassa condizione. Nelle case adiacenti, abitate da un ceto di media-bassa borghesia  si guardava con sospetto a tutto il complesso e ai suoi residenti. Poco più a Sud tra il corso, via Pier Carlo Boggio e corso Peschiera nel 1942 fu edificato l'isolato delle case economiche per i dipendenti delle Ferrovie dello Stato, a nove piani, suddiviso in centoquarantotto appartamenti  con un'ala di minore altezza aperta sul lato di via Boggio.


Ancora più a Sud sorgeva tra i corsi Ferrucci e Peschiera e le vie Osasco e Montenegro, lo stabilimento della Società Piemontese Automobili Ansaldi-Ceirano, costruito nel primo decennio del Novecento su un’area di 12 mila metri quadrati lungo la ex via Circonvallazione. Nel 1949 dai cancelli della fabbrica escono gli ultimi autocarri di produzione SPA. (tratto da Museo Torino). Spostandoci diametralmente all'altro lato del corso, verso  Nord, troviamo al n°2 un edificio dal gusto liberty del primo novecento con affaccio su Piazza Bernini, ad uso civile abitazione.


Al n° 12/14 sorge l’Istituto Missioni Consolata, fondato il 29 gennaio 1901, ha come prima sede la palazzina di corso Duca di Genova 49 (ora corso Stati Uniti), chiamata Consolatina”. Nel 1905 la struttura si dimostra insufficiente ad accogliere i seminaristi. Viene acquisito un terreno di mq. 12000 sulla strada della Circonvallazione (ora corso Ferrucci) e compreso tra le vie Cialdini, Bruino, Coazze. E’ eretto un edificio capace di 200 allievi sul lato di via Bruino mentre sulla Circonvallazione sono elevati due fabbricati minori per parlatori, segreteria, museo. I lavori sono seguiti con passione e abilità operativa dal canonico Giacomo Camisassa (1854-1922), vice rettore del santuario della Consolata e cofondatore dei missionari. L’inaugurazione avviene il 23 ottobre 1909 ed il 29 gennaio 1910 nascono le suore missionarie della Consolata che nel 1913 partiranno per sostituire le cottolenghine che fino a quel momento hanno collaborato nelle missioni africane coi padri missionari. Nel 1914 viene costruita sul lato nord dell’area la sede per le suore, nel 1927 i fabbricati sul corso sono sopraelevati e nel 1938 viene inumata nella cappella la salma dell’Allamano. Nel novembre e dicembre 1942 le bombe distruggono  parte dell’Istituto che però rinasce nel dopoguerra dando vita a nuove missioni sparse ormai in tutto il mondo. Nell’Istituto è allestito un museo etnografico.(tratto da Museo Torino)

All'angolo con via Vochieri sorgeva l'ex Ruotificio Italiano Soc. An, ex Fabbrica Confede poi abbattuti negli ultimi anni per far posto al complesso che si sviluppa tra via Pier Carlo Boggio e corso Feruucci sulle aree ex Nebiolo ed Westinghouse


L'ospedale Martini

Si deve all'iniziativa di un privato il prof Enrico Martini l'edificazione dell'omonimo ospedale situato in Borgo San Paolo in corso Ferrucci allora Corso Circonvallazione all'altezza degli attuali numeri  48/50. Il Martini, assistente di chirurgia all'ospedale San Giovanni, aveva constatato che parecchi malati del Borgo S. Paolo, in particolare gli infortunati, mal sopportavano il lungo trasporto in vetture, lettighe o barelle fino al San Giovanni con conseguente peggioramento delle loro condizioni. Furono queste osservazioni ad indurre il prof. Martini a costruire un ospedale in quella zona periferica. Come era prevedibile il Municipio diede al chirurgo la più ampia approvazione e nel 1910 sorse l'Ospedale Martini dotato di 50 letti e di tutti i laboratori e servizi inerenti. Il Comune aveva fissati 25 letti nel reparto di chirurgia per il ricovero di malati poveri, che necessitassero di prestazioni d'urgenza. La prima costruzione era ad un solo piano che ben presto si dimostrò inadeguata ai bisogni per cui ne venne elevato un secondo nel 1914-15.  I letti in forza al Comune salirono così da 25 a 50. La scelta del borgo San Paolo fu dovuta al grande incremento di popolazione riscontrato in quegli anni nell'area col conseguente forte impulso edilizio. La struttura dell'ospedale era a padiglioni con ampi giardini intorno e poteva vantare eccellenze d'avanguardia per l'epoca come il Dispensario per lattanti, un laboratorio per la preparazione dei vaccini oltre che vari ambulatori: da segnalare quello dedicato agli infortuni sul lavoro, gratuito. 
L'ospedale sopravisse di poco alla morte del suo fondatore avvenuta il 17 gennaio del 1942. Nel novembre di quell'anno in seguito ai massicci bombardamenti degli alleati sulla città, subì gravi danni per cui fu decisa la sua demolizione. Gli era stata fatale la vicinanza con le caserme e le officine ferroviarie.

E ciò che rimase...





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