martedì 29 novembre 2011

Il mercato di Piazza Bodoni a Torino

  IL MERCATO DI PIAZZA BODONI A TORINO


Il Mercato in Piazza Bodoni del 1866 è uno degli edifici maggiormente rappresentativi dell’architettura in ferro del Regno d’Italia. Progettato dagli ingegneri E. Pecco e C. Velasco su commissione del Comune torinese, occupava una superficie di 1932 mq e fu demolito nel 1924. Tra il 1864 e il 1866 fu costruita la tettoia da adibire allo smercio di latticini, pollame, frutta ed erbaggi, la cui struttura portante originariamente in ferro e legno fu debitamente mascherata all’esterno da una facciata in muratura secondo l’usanza del tempo. La pianta dell’edificio era quasi quadrata delle dimensioni di 42,30m per 45,60m con una parte centrale ottagonale coperta da una tettoia a cupola




Il problema dell’inadeguatezza del mercato di piazza Bodoni non tardò a farsi vivo. La mancanza di spazi favoriva il commercio abusivo. Un ordine municipale nel 1867 vietò la rivendita nelle vie e nelle piazze di frutta e verdura da parte degli ambulanti. Il provvedimento rispondeva a due ragioni, una di natura igienica (poter controllare più efficacemente la qualità della merce venduta), la seconda di tutela commerciale (non permettere una concorrenza dannosa nei confronti di chi pagava regolarmente la licenza per la vendita nel mercato coperto). L’abusivismo trovava però motivo nella scomodità che molti avevano, con l’estendersi della città, di recarsi in luoghi di vendita sempre più lontani. Era naturale quindi che gli abusivi, soprattutto donne, percorressero tutti i dintorni abitati per offrire la merce a domicilio o per strada. Le guardie municipali poi, nel loro lavoro di repressione, dovevano fare i conti con i cittadini che spesso venivano urtati e travolti dalle ceste delle urlanti rivenditrici in fuga, spettacolo assai poco decoroso


Da: La Stampa (5.8.1867) numero 177 pagina 2



Rivenditrici ambulanti 
In forza d'un ordine municipale, che non è che la riproduzione di cento altri ordini identici,
la cui più o meno esatta esecuzione dipende dal maggior o minor zelo in proposito spiegato dalle Guardie municipali, s'inibivano le rivenditrici ambulanti di frutta, verdura, ecc., di esercitare il loro commercio nelle piazze e nelle vie, e ciò per due ragioni: la prima per misura igienica, affine di poter esercitare una efficace sorveglianza sulle derrate che si vendono; la seconda per togliere una dannosa concorrenza, alle venditrici stabili che pagano l'affitto al Municipio. L'ordinanza municipale sarebbe stata opportunissima qualora fossero sufficienti allo smercio di quei generi i locali a ciò assegnati: ma se prendiamo a cagion d'esempio la sezione di Borgonuovo, noi troviamo che il mercato di Piazza Bodoni non è sufficiente alle esigenze della popolazione, e vi si deve quindi supplire con altri locali per lo meno provvisori, finché non si sia autorizzato un altro luogo stabile di vendita a comodo della gente che da lontanissimi luoghi è costretta di andarvisi a provvedere. Quindi è naturale il sorgere e il perdurare di questo commercio abusivo, esercitato da donne che percorrono tutti i dintorni abitati, per recarsi a domicilio di coloro cui manca il tempo di far quelle lontanissime gite, o per offrire le loro mercanzie a chi percorre lo strade, e trova suo vantaggio di avere a tiro di mano ciò che gli bisogna per la provvista giornaliera. È poi ridicola, per non dire ributtante, quella lotta a mano armata — di cesti d'ogni dimensione — che ne consegue fra le guardie e le rivendugliole, — quella corsa au clocher per le strade, per le scale e pei vicoli, di cui sono sovente testimoni i passeggieri, con che gusto di chi ne viene urtato dai gomiti e dai cavagni di quelle irate fuggitive — Dio vel dica! So dunque si trovasse modo di conciliare queste quattro cose: la sorveglianza igienica; il diritto delle venditrici che pagano; il comodo dei cittadini che patirebbero disturbo dall'esclusione dalla piazza di quelle commercianti così ferocemente perseguitate; e per ultimo anche la decenza che non deve separarsi dall'esercizio, per parte di agenti del Municipio, delle loro funzioni, noi ne saremmo a quest'ultimo immensamente obbligati, e con noi il colto pubblico.

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